Devo raccontarvi due scenette e sarò costretta a usare alcune parolacce (scusate).

Ieri al mare, in una spiaggia tranquilla, frequentata soprattutto da gente di Parma e di Milano, nell’ombrellone accanto al mio un gruppo di trentenni parmensi (credo si dica così) si racconta a voce piuttosto alta di che fine ha fatto questo e quest’altro. Uno dice che la tale è andata a vivere a Milano, “che cazzo farà in quella città di merda“. Io sono nata e vivo nella città di merda, e mi dispiace essere costretta a sentirne parlare così male. Soprattutto, mi dispiace sentirne parlare in questo modo a voce alta. Più in là dei ragazzini sui 15 giocano in acqua bestemmiando rumorosamente.

Ieri sera, in un bar del “mio” paesello (di vacanza), mentre sono al banco, un uomo, sempre sui trenta, racconta con voce stentorea all’amico: “… era un bel po’ che non trombavo“. Io mi giro e lo guardo con un certo disappunto, facendogli notare che lì c’è una signora, e forse non è il caso. Lui ribatte che “anche le signore trombano”.

Non ne faccio affatto una questione di bon ton. E’ che mi pare stiamo perdendo il Super-Io.