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nidi

Archivio Luglio 5, 2008

PREZIOSISSIMO TEMPO PERSO

Riproduco qui la lettera di un sacerdote che dice una piccola cosa di buon senso.

“Gentile signora Terragni, ho letto, e condivido, quanto scrive ultimamente circa gli asili-nido.
Sono un sacerdote che opera nella città di Milano e vorrei se mi concede due minuti, provare a presentare alla sua attenzione un‘altra questione riguardante questa volta i bambini un po’ più grandi (anche se non so sia un problema reale o solo da me immaginato).
Ovunque il mese di maggio – e mi sembra in modo più accentuato a Milano – per i bambini e famiglie è ricco di appuntamenti non poco gravosi. Per questo ho cercato di anticipare ad Aprile le Prime Comunioni e posticipare ad ottobre le Cresime, anche se ovviamente non basta…
Ciò che mi colpisce, però, è vedere questi bambini che arrivano alla fine dell’anno scolastico stanchissimi e il lunedì successivo iniziare le attività estive (Grest in oratorio, campus nelle scuole e chi più ne ha più ne metta…).
Lei scrive che “l’interesse del bambino è sempre prioritario rispetto a quello di mamma, papà, datori di lavoro, educatori e così via”. In questo senso credo che i bambini hanno bisogno e dovrebbero, almeno per qualche giorno, svegliarsi più tardi, perdere tempo, “dimenticare” i ritmi frenetici e organizzati dell’anno e soprattutto dell’ultimo mese di scuola; invece alle otto di mattina eccoli lì pronti per nuove attività…(spesso appesantite dalla canicola estiva).
Capisco che quando i genitori lavorano – e oggi più che mai tale possibilità è una benedizione – i bambini non possono stare a casa da soli (non tutti hanno la fortuna di avere i nonni…); resta tuttavia il fatto che li vedo stanchissimi e hanno bisogno di riposo, di tirare un po’ il fiato.
Se bastasse sognare e un po’ di fantasia, mi piacerebbe pensare che in un mondo dove i genitori lavorano, fosse possibile spostare l’inizio del lavoro di un paio d’ore. Ma è una fantasia.
Come vede quindi non ho soluzioni, sollevo solo la questione che mi pare sia inerente “l’interesse del bambino”, felice poi di essere anche eventualmente smentito.
E chissà, magari parlandone qualche piccola soluzione si può escogitare.
Un cordiale saluto,

don Federico

Archivio Giugno 28, 2008

PROBLEMATICI NIDI

Continuo a ricevere una tale quantità di posta sugli asili-nido da non poter fare a meno di ritornarci. Mamme –tantissime- che si identificano con il mio pensiero politicamente scorretto: che i nidi non sono necessariamente il meglio per i bambini, e neanche per loro stesse, le quali infatti si sono arrabattate per trovare altre soluzioni. Più esiguo il gruppo di madri e soprattutto di educatrici, punte nel vivo, che ha argomentatamente difeso il nido.
Per arrivare a una sintesi: meglio un buon nido, e di nidi eccellenti senz’altro ce ne sono molti, che una nonna svogliata o una madre sola e depressa. Nessun dubbio. Ma è altrettanto certo che essere  separato dalla mamma a 6 mesi, 8 mesi o un anno non è esattamente una fortuna per un bambino. Che a quell’età l’esperienza non può essere ritenuta “formativa”. In quella fase della vita capitano cono cose molto più importanti della formazione. Negli 0-3, il momento dell’imprinting, più mamma c’è e meglio è. E più la mamma è felice di esserci, a sua volta accudita dal “grembo” costituito da un buon compagno, da una famiglia e da una comunità accoglienti per il nuovo nato, meglio sarà.
Mi perdonino tutte le bravissime educatrici, ma dire che la situazione ideale è questa, e che la soluzione preferibile deve avvicinarsi a questa idealità non può costituire un’eresia che le offende.
Ancora poche righe per dire qualche altra cosa: anzitutto che l’interesse del bambino è sempre prioritario rispetto a quello della mamma, del papà, dei datori di lavoro, degli educatori e così via. E’ da quello che serve a lui che si deve cominciare a ragionare. Le mamme vanno in ogni modo supportate nello svolgimento di quel preziosissimo lavoro –il più prezioso di tutti- che è crescere un nuovo essere umano; ma supportarle non significa necessariamente sostituirle, e poi pare che le giovani mamme di oggi non vogliano affatto essere sostituite. Sulla base di questa nuova sensibilità e di questi nuovi bisogni forse si può provare a inventare qualcosa di diverso dalla formula rigida e universale del nido, buona per il fordismo e oggi forse superata.
Visto il grandissimo interesse da settembre torneremo comunque in argomento con una serie di inchieste.
(pubblicato sui “Io donna”- “Corriere della Sera” il 28 giugno 08)