Browsing Tag

negazionisti

Donne e Uomini, media, TEMPI MODERNI Novembre 11, 2011

Porco maschio troll

Un blogger maschio, Paolo Baldini, sul Corriere di oggi (“Misoginia online”, pag. 33) parla di noialtre blogger femmine, e dei troll che ci perseguitano. E’ un fenomeno mondiale e piuttosto studiato: che fare? affrontare o censurare?

Qui noi ce ne intendiamo, vero? E potrei dire al collega Baldini e a tutti che i troll misogini sono sostanzialmente di tre tipi:

1. i violenti, gli odiatori di donne puri, quelli che nascosti dai nick ti danno della p…a e altre cose del genere. Quelli che se non gli dai ragione esplodono furiosamente -nella vita reale sarebbero botte-, come quel tal Roberto Mazzuchelli che su Facebook scrive, rivolto a me e ad altre donne che stanno discutendo: “Ma allora hanno ragione quelli che dicono che le donne hanno un neurone solo!”. Bloccato.

2. i negazionisti: questi sono militanti veri pro-patriarcato e anti-misandria, organizzati in blog sfigatissimi dove non va nessuno, che cercano in ogni modo di dimostrare in modo più o meno garbato che le donne stavano molto meglio prima quando agli uomini era permesso essere “veri” uomini, e che oppressione, emarginazione, sfruttamento e violenza sono tutte balle. Uno che per esempio mi ha sottoposto una sfilza di domande assurde via Facebook, e poiché io mi ostinavo a non rispondergli ha provato con le brutte: “Marina, str..a, perché non rispondi alle mie domande?”. (bloccato) O come quest’altro, autore di questa formidabile cretinata: “Marina, stai prendendo un granchio enorme: sono meno di 200 le donne che ogni anno in Italia perdono la vita per mano maschile… Il cancro è invece responsabile della morte di migliaia di donne ogni anno in Italia e nel mondo”.

3. i paternalisti: quelli che chiosano ogni cosa che tu dici, che commentano il tuo stile, che ti spiegano bonariamente che cosa devi pensare-dire-fare, a cui dà un terribile fastidio la tua libertà di pensiero: e anche qui, guai se obietti, perché partono i vaffa. (bannati). Sono i più insidiosi, perché si presentano amichevolmente, salvo strapparsi la maschera quando non li assecondi e non gli dici “Certo, caro. Hai ragione tu, caro”.

Tutti questi uomini compongono online la questione maschile. La stessa che vediamo, sperimentiamo, subiamo offline. La debolezza, la paura che diventa violenza. Non soltanto non sono disposti ad ascoltare e non sopportano il tuo protagonismo intellettuale e politico, ma basta che tu reagisca fermamente perché perdano il controllo e partano insulti e minacce (le mani online non le possono menare). 

E poi ci sono tutti gli altri, sempre di più. Uomini a cui non serve, per sentirsi uomini, darsi continue prove di saper tenere le donne “sotto”. Uomini che sono stanchi del modello patriarcale, che le donne le vogliono al loro fianco, con tutta la fatica che questo comporta. Perché hanno capito che anche a loro conviene così. Noi li amiamo.

p.s. Solo un appunto al collega Baldini, quando dice: “Difendo le donne… dall’incivile misoginia della rete. Dall’assalto dei troll anti-minoranze“. Noi non siamo affatto una minoranza. Noi siamo la maggioranza.

Donne e Uomini Settembre 18, 2010

L’ONORE DELLE ARMI

Da qualche tempo si aggirano per il web certi signori a cui darei il nome di “negazionisti”. E che cosa negano, questi negazionisti? Il fatto che per qualche millennio nascere donne non sia stato un grande affare (vedi alla voce patriarcato). O che persista qualche problemino di prepotenza maschile. Scrive per esempio un tale in un blog a firma femminile (i negazionisti si esibiscono prevalentemente lì, a scopo propaganda): “Non possiedo i dati precisi, ma sono meno di 200 le donne che ogni anno in Italia perdono la vita per mano maschile... Quanti di noi o dei nostri conoscenti hanno perso una persona cara di sesso femminile per violenza maschile, rispetto a quelle morte per tumore? Anche la violenza femminile contro gli uomini è presente, sebbene i media non le diano spazio… Un’altra balla che circola è che uomini e donne non guadagnerebbero allo stesso modo a parità di mansioni, anzianità di servizio…”. E così via.

Tu puoi anche provare a discutere con un negazionista –io l’ho fatto, accanitamente-, portargli dati, statistiche, evidenze storiche, prove documentali. Niente. La sopraffazione maschile non è mai esistita. Il fatto è che stanno militando, è un’ideologia, e contro le ideologie la ragion non vale. C’è anche di peggio, volendo. Tipi assurdi che caricano su Youtube i loro comizi contro il c.d. nazifemminismo. E’ la faccia più trucida di quel contrattacco su cui Susan Faludi, premio Pulitzer del Wall Street Journal, diede l’allarme qualche anno fa nel suo “Backlash. The Undeclared War Against American Women”. Con il solito fisiologico ritardo l’onda è arrivata anche qui, dobbiamo farci i conti. E come?

Niente vittimismi, per favore: ci picchiano! ci violentano! ci licenziano! Il vittimismo è il perfetto pendant del negazionismo. Si tratta piuttosto di tenere ben presente una cosa: che finché gli uomini non avranno trovato il modo di salvare il loro onore, perdendo la loro posizione dominante, non ne usciremo. Che anche al tuo nemico più acerrimo devi permettere di salvare la faccia, se vuoi un armistizio, o meglio ancora la pace. Credo che questo le donne fatichino a capirlo.

pubblicato su Io donna-Corriere della Sera il 18 settembre 2010