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Donne e Uomini, Politica Giugno 22, 2011

13 febbraio: è ora del bis. Arancione

Leggo stamattina con la consueta nausea le intercettazioni delle telefonate di Bisignani -pure con la Prestigiacomo, non si salva proprio nessuno-, dopo aver visto ieri pomeriggio il Sultano, giusto un filo più grigio del solito, sciorinare al Senato il regolare elenco di promesse da non mantenere, totalmente indifferente a quello che ribolle nel Paese. Un po’ come quando credi di eserti svegliato da un incubo e con orrore ti ci ritrovi dentro.Vista da Milano, dove si tagliano le spese essendo che il bilancio è disastroso e che, come dice l’assessore Tabacci, “pare di essere di fronte a un nobile decaduto che si è mangiato il capitale ed è finito alla Baggina”, la prospettiva di un altro anno in questo modo appare ancora più insopportabile.

Così ho pensato che forse, per accelerare i tempi, ci vorrebbe un altro 13 febbraio, care amiche di Se non ora quando. Un 13 febbraio pari pari, in tutte le città italiane, ma allargato. Richiamando quelle che sono scese in quelle piazze, ma allargando la convocazione a tutti, e in particolare ai giovani, che in Spagna sono i protagonisti e qui hanno dato la spinta decisiva alle amministrative e ai referendum. Che ognuna si porti in piazza i suoi ragazzi e i suoi uomini. Un 13 febbraio in piena estate e con rinforzo, per dare lo scossone definitivo. Un 13 febbraio con un obiettivo politico chiaro e puntuale: la fine di questo governo. Un 13 febbraio con le sciarpe non più bianche ma arancione.

Solo le donne oggi dispongono della forza necessaria. Il soggetto politico sono loro. La loro responsabilità è grande.

Il rinnovamento in Italia è necessariamente legato al protagonismo delle donne e dei giovani, paria della politica.

Politica Maggio 22, 2010

AUTORITRATTO CON DECRETO

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Come vedete, cresce a 360 gradi la mobilitazione contro il ddl sulle intercettazioni. E non bastasse la possibilità di ricorrere all’Europa, con ottimo tempismo sono scesi in campo anche gli Stati Uniti di Barack Obama.

Ricordandovi che lunedì 24 al Circolo della Stampa di Milano, corso Venezia, ore 15, su inziativa di Fnsi e Associazione Lombarda dei Giornalisti, si incontreranno per parlarne i direttori dei maggiori quotidiani -Gianni Riotta (Il Sole 24ore), Vittorio Feltri (Il Giornale), Mario Calabresi (La Stampa), Maurizio Belpietro (Libero), attesa conferma da Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera)-, mi sentirei di dire questo. Che comunque vadano a finire le cose, che sul ddl si ponga la fiducia o meno, qualunque legge ne venga fuori, il testo che sarà proposto alla Camera costituirà un fedele autoritratto di questo governo, e il dibattito che seguirà andrà seguito con attenzione, perché avrà da dirci molte cose. E non solo in tema di informazione. Antenne tese, dunque.

Politica Marzo 18, 2009

ACQUA "SALATA"

Ricevo e pubblico:

Il governo Berlusconi ha dato il via alla privatizzazione dell’acqua pubblica. Il Parlamento ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica.
Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l’acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l’acqua minerale). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l’acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300 per cento. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell’acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L’uomo è fatto per il 65 per cento di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L’acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno puo’ appropriarsene per trarne illecito profitto. L’acqua è l’oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre.

La mia esperienza al riguardo è questa: ho una seconda casa nello spezzino. Come non residente, ho sempre pagato tariffe più alte. Ma stavolta abbiamo raggiunto cifre stratosferiche. In quattro persone, utilizzando la casa per complessivi 3 mesi nell’anno, e non avendo giardino o orto da innaffiare, da gennaio 2008 a oggi ho pagato bollette per complessivi 1593.50 € (ben oltre 500 € al mese). Come lavarsi con lo champagne. Molte altre famiglie sono nelle mie condizioni. Secondo L’Acam, che gestisce il servizio -azienda in grave deficit- è tutto in regola.

Fateci sapere come sta andando dalle vostre parti. Qualcosa si dovrà pur fare.