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daniela santanché

Donne e Uomini, Politica Ottobre 24, 2012

Cara Daniela Santanché/ 2

Cara Daniela Santanché,

ogni tanto le scrivo, se ricorda. Per dichiarare in premessa, ogni volta, la mia più assoluta distanza politica da lei. Insomma, io non la voterò mai. Cosa per la quale lei, com’è legittimo, non farà un plissé.

Ma stavolta le scrivo per esternarle il mio giubilo. Sono davvero lieta che -Berlusconi non aveva neanche finito di dire che si ritirava- lei si sia buttata per candidarsi alle primarie del suo schieramento con coraggio, baldanza, e quel filo di indispensabile spacconeria. Sono felice di avere di fronte la prospettiva quanto meno teorica che stavolta tocchi a due donne, Laura Puppato e lei, sfidarsi per la premiership. Per il nostro Paese sarebbe in sé uno straordinario cambiamento.

Io non la voterò manco morta: ma spero che donne e uomini del suo schieramento considerino attentamente la sua candidatura. Spero di vederla, quella disfida, e di potermi lasciare andare a un tifo sconsiderato.

Spero soprattutto che, passata la tempesta elettorale, le donne delle nostre istituzioni rappresentative, di sinistra e di destra, in nome di un patto silenzioso e di un’empatia possibile facciano il meglio che possono, e ogni volta che possono insieme -come talora è già capitato- per questo Paese affaticato, e specialmente per le donne di questo Paese, a cui tocca il più della fatica.

E ora, se permette, vado a nascondermi, perché sta per partire la sassaiola.

 

Donne e Uomini, Politica Luglio 18, 2012

Cara Daniela Santanché, perché Nicole Minetti….

Cara Daniela Santanché,

è estate, e le domande si fanno via via più spesse:

1) era capace di intendere e di volere Sara Tommasi mentre girava il suo cliccatissimo pornofilm?

2) riuscirà la nuova consigliera regionale lombarda, la Pdl Paola Maria Camillo appena subentrata al decaduto Giorgio Pozzi, a ottenere i 250 mila euro di stipendio arretrati (soldi nostri) che, a suo dire, le spettano, e che sono stati oggetto del suo commovente discorso di debutto in consiglio, saggio di disinteressato amore per la cosa pubblica?

3) si dimetterà Nicole Minetti dal medesimo consiglio regionale?

Quanto a quest’ultima domanda, come lei saprà ieri il Palazzo della Regione è stato assediato da giornalisti e fotoreporter. Di ritorno dalla Costa Smeralda Minetti era abbronzata, con un paio di labbra esorbitanti e la tinta da rifare. E ha dichiarato, prima di offrire un caffé alla tribuna stampa, che “per il bene di tutti” era meglio che tacesse. Infine è andata a infilarsi un abitino da cocktail per una cenetta di chiarimento (niente bunga-bunga, solo affari) ad Arcore. Per portare a casa il congruo vitalizio da consigliera, Minetti dovrebbe tirare fino a ottobre: ovviamente se ne andrà solo con qualcosa di altrettanto sostanzioso, una liquidazione milionaria, un bel contrattone Mediaset. Non dovrebbe esserle complicato ottenerli, il Cavaliere non ha mai avuto il braccino corto. E’ solo questione di quanto. Di conseguenza verrà il quando. Salvo sussulto finale di dignità, tipo Generale Della Rovere. Una cosa come: “che vi piaccia o no, resterò fino alla fine del mio mandato. E mi metterò a lavorare duramente, e vi dimostrerò di avere amore per la polis e grandi qualità”.

Qualità, gentile Daniela, più volte esaltate pubblicamente dal Cavalier Berlusconi: la laurea di qua, le lingue di là. Il Cavaliere si è sempre molto fidato di lei, al punto di affidarle la nipotina di Mubarak che si era messa nei pasticci, come ricorderà. Ora, lei sostiene che Nicole Minetti sarà anche una ragazza preparata, ma “non è adatta alla politica”. Ci si deve intendere sull’essere “adatti alla politica”. Siamo adatte, lei e io? E’ adatta Paola Maria Camillo, che non si dà la pena di nascondere che per lei la politica è un modo per fare soldi? Forse ci si deve capire anche su quello che si intende per politica.

Quando l’ha scoperto, Daniela, che Minetti non era adatta alla politica? Il giorno in cui  su richiesta di Berlusconi fu inserita nel listino del presidente Formigoni, che era inadatta non lo disse nessuno. Nemmeno lei, se non ricordo male. Forse, anzi, ora è un po’ più adatta di prima, qualcosa l’avrà pure imparato. Sono molte le donne che leggono le dimissioni di Minetti come una restituzione di dignità a loro stesse. Posso capirlo, anche se non condivido. Sono donne che giustamente pretendono di onorare la loro legittima ambizione evitando di “compiacere” gli uomini, diciamo così, e di sfigurarsi dal chirurgo estetico come in questi ultimi vent’anni hanno dovuto fare in tante, tantissime. Che pensano alle dimissioni di Minetti come a una punizione esemplare. Ma è un grave errore, volere la strega al rogo. Significa guardare il dito e non la luna. Significa permettere agli uomini di perpetuare il loro dominio, di decidere a piacimento dei nostri destini, di prenderci e di buttarci secondo la loro convenienza, di stabilire le regole del gioco e poi violarle quando gli fa comodo. Le dimissioni di Minetti fanno guadagnare gli uomini, non noi -se mi permette il noi- che restiamo prede e pedine per i loro disegni.

Ma una domanda vorrei fargliela, gentilissima Daniela. Una domanda sola, semplice semplice, e a cui ancora non ha risposto nessuno tra quelli che nel suo partito pretendono le dimissioni di Nicole Minetti: perché mai dovrebbe dimettersi? quali sono le vere ragioni di questa improvvisa e martellante richiesta?

Le auguro una buona giornata.

Donne e Uomini, Politica Giugno 11, 2011

SANTANCHE' LA PENSA COME ME

So che sto per dire una cosa impopolare, ma a me Daniela Santanché è simpatica. Non condivido nulla di lei -quello che dice, come lo dice, e anche i suoi eccessi chirurgici– eppure mi è simpatica. Mi diverte la sua totale mancanza di automoderazione, il suo rompicoglionismo, il suo protagonismo, e il fatto che dalla sua faccia trapela quello che pensa.

L’altro giorno, mentre venivo bersagliata di pomodori dai liberi servi del Capranica, lei era in prima fila. Mentre dicevo le mie cose la guardavo, e lei ascoltava con attenzione, annuiva -forse malgrado se stessa-. Sorrideva, e non beffardamente. Quando per esempio ho detto che le milanesi hanno mollato Silvio Berlusconi esattamente come ha fatto sua moglie, che la bulimia sessuale del premier è un problema, che la misoginia di Letizia Moratti è stata colossale errore, che il berlusconismo è finito, lei, che oltretutto è di Milano, era d’accordo con me. Sarei pronta a giurarlo, anche se poi, salita a sua volta sul palco, mi ha massacrato.

Oggi leggo sui giornali le sue conversazioni intercettate con Flavio Briatore, e ne ho la certezza. La conversazione è di aprile, Briatore dice a Daniela che il premier ha cambiato villa, ma continua serenamente con i suoi bunga-bunga. In poche parole, è un sex-addicted. “Va be’, ma allora qua crolla tutto” dice lei. E ancora: “Io sono senza parole... Ma perché?”. E Briatore: “E’ malato, Dani! Il suo piacere è vedere queste qui, stanche, che vanno via da lui”. Eccetera. Il sottosegretario Daniela Santanché è sbigottita. Come tutte le altre donne di questo paese.

p.s: nelle intercettazioni si parla anche di Emilio Fede e di una certa sua “amica”, Manuela Zardo, a cui avrebbe comprato delle case. Ho conosciuto la signora Fede, Diana De Feo, signora di gran classe, colta, squisita ed elegante, ancora molto bella -e anche parecchio agiata di suo-. Ma perché diavolo non lo molla, mi domando…