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ANIMALI, Politica Febbraio 9, 2011

TREMONTI'S SISTER


Questi Tremonti hanno una vera possione per la politica e per il taglio alle spese. Angiola Tremonti, sorella del ministro delle Finanze e consigliere comunale a Cantù (Como), ha avuto una brillante idea per far risparmiare ben 50 centesimi l’anno pro residente: abbattere i i cani randagi.  «Si dovrebbe arrivare a prendere la decisione per cui gli animali che non vengono adottati entro un determinato periodo di tempo vadano soppressi, visto che oggi ci troviamo in una situazione in cui ci sono famiglie canturine che non hanno da mangiare».

Il canile è quello di Mariano Comense, per gestire il quale Cantù contribuisce appunto con la bella somma di 50 centesimi all’anno per residente, pari a un totale di 18 mila euro. I gestori del canile, che hanno parlato di «idea paranazista» e gli animalisti canturini si sono scatenati. Sulle gabbie dei cani potenzialmente ‘abbattibili’ è comparso il cartello: «Tremonti: io voglio vivere».

I Tremonti sono anche persone di carattere. La signora non si arrende: «Non possiamo uccidere tranquillamente i polli da mangiare e scandalizzarci per i randagi da sopprimere, che portano malattie».

ANIMALI, esperienze Luglio 30, 2010

ANIMALIA

buon pranzo, tesoro

buon pranzo, tesoro

Sulla mia spiaggia c’è una signora che dopo un paio d’ore deve scappare a casa: la sua cucciola soffre di ansia da separazione. Se sta troppo sola sbrana tutto, come fanno i cani impanicati.
Il mestiere della meticcia Pippi, invece, è sempre stato il mordicchiamento del cavo poplìteo, l’incavo dietro il ginocchio, meglio se di vecchia signora. E’ una canina molto dolce e buona, ma non c’è mai stato verso di convincerla che non si fa. Ti guarda sbigottita se la sgridi: la natura l’ha programmata per partire all’assalto di ogni poplite femminile anziano. Però mio marito l’ha reincontrata dopo anni e anni, e lei gli ha fatto delle feste commoventi. La memoria olfattivo-emotiva di queste creature è straordinaria. La piccola Kim, invece, giovane maltese di amici, l’ha accompagnato trotterellandogli accanto -avanti e indietro, indietro e avanti-, una pallina bianca saltellante al passo di quell’omone in marcia per scaldare il nervo sciatico indolenzito. Deve avere la vocazione della badante.
Non ho più il mio Tom, e osservo attentamente i suoi cospecifici, alla malinconica ricerca di un po’ di caninità. Ma mi accontento anche di guardare i gatti, o molto meno: una gazza, una lucertolina sul terrazzo, una rana, l’andirivieni di una formica lavoratrice, una foglia nuova del mio limone. Pur di entrare in contatto empatico con il non-umano, non saprei come altro chiamarlo, che vive e brulica a prescindere da noi, in molti casi nonostante noi. Anche in una foglia tremolante c’è un po’ del mio amico perduto.
C’è un mistero nel non-umano che va ben oltre le nostre supponenti proiezioni antropomorfizzanti. Mi pare che queste creature sappiano qualcosa di essenziale della vita che a noi sfugge, e fossero qui a testimoniarcelo. La luce di una consapevolezza che ho intravisto anche nello sguardo di certi neonati, e negli occhi opachi di certi anziani. Come noi umani fossimo condannati, per macchia originale, a stare lontani dal segreto: abbiamo voluto sapere e non sappiamo più nulla. Ma appena individuati, o sul punto di de-individuarci per tornare nella luce, ne risplendiamo. A questo mistero, per comodità, si può dare il nome di Dio, o di Amore.

pubblicato su Io donna-Corriere della Sera il 31 luglio 2010

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ANIMALI Aprile 5, 2009

GIUSTIZIA AI LABRADOR

Visto Io & Marley (e fuggita prima delle sequenze finali: ho un labrador di 11 anni). Film bruttino e  molto commercial, un po’ genere Beethoven, che non fa certo onore al best seller di John Grogan, bello e struggente. E pessima pubblicità per i labrador, che non sono affatto così agitati, adolescenza a parte. Quel Marley è decisamente un nevrotico. Ai labrador non appartiene quella furia devastatrice. Non sbranano divani, li occupano abusivamente. Dormire, giocare, baciare, nuotare, mangiare (e ingrassare) sono le loro attività d’elezione. L’amore è la chiave del loro straordinario temperamento. E nel film non si vede: il rapporto tra Marley e la sua famiglia è freddino e anaffettivo. Forse è per questo che lui distrugge tutto.

Volevo rendere giustizia al labrador, Cane tra i cani. E al mio Tom, Labrador tra tutti i labrador.

Archivio Luglio 11, 2008

RETRIEVER

A Conselve, Padova, un cane husky ha prelevato una bambina di due mesi dalla culla e l’ha depositata nel giardino della casa dei suoi padroni. La bambina per fortuna sta bene, il recupero non ha avuto conseguenze.  Probabilmente il cane Sky voleva fare omaggio ai suoi padroni di questa magnifica piccola preda. Si è comportato come un perfetto retriever, anche se non so se il riporto sia una specialità degli husky. Il mio labrador, razza retriever per eccellenza, per fortuna non è specializzato in bambini. Recupera palloni preferibilmente sgonfi, in dieci anni ne avrà portato a casa almeno duecento. Li mettiamo in una speciale cesta e, sia pure con rammarico, di tanto in tanto ne buttiamo un po’. Un’altra sua specialità sono i cuscini, limitatamente a quelli della mia comprensiva vicina di casa.

Siamo in tanti a volere bene ai cani, talmente bene che spesso, e a sproposito, chiediamo loro di essere uomini. Non c’è nulla di sorprendente nel comportamento di Sky. Ha fatto il cane. Ed è stato molto bravo, per quello che ne sa lui. Speriamo non gli tocchi pagare in qualche modo tanta fedeltà a se stesso.

ANIMALI Maggio 29, 2007

LA SCELTA DI TOM

Ogni tanto sui giornali si leggono cose strane. Ad esempio: “E’ dimostrato: gli animali scelgono”. Posto, cioè, un delfino di fronte a un dilemma – bocconcino o palla?- l’équipe dell’università di turno ha notato che il mammifero si sofferma a riflettere. Il mio cane, immagino anche il vostro, lo fa regolarmente. Dilaniato tra la partecipazione attiva alla mia prima colazione e la prospettiva di uscire con il suo adorato padrone, corre tra l’una e l’altro, cercando di arraffare almeno un biscotto, e poi si scaraventa per le scale per la passeggiata. La sua priorità è quella. Ma se invece dei soliti biscotti ci fossero i frollini fatti in casa, credo che rinuncerebbe alla passeggiata: il che testimonia sull’imparagonabilità dei dolci confezionati a quelli di produzione domestica. E se a portarlo a spasso è la colf, che –spiace dirlo- lui adora di meno, allora sceglie la colazione, perfino con biscotti industriali, manifestando comunque un certo disappunto per la coincidenza temporale di due eventi tanto significativi. La scelta è stressogena per tutti i viventi. Le priorità comunque restano pappa e gioco, con variazioni in classifica secondo i tipi di pappa e i tipi di gioco. Se poi nei paraggi c’è una cagnetta in fase di disponibilità sessuale, tutto il resto passa in secondo piano, perfino un osso succulento che lo struggimento dell’amore priva di ogni attrattiva.
Il mio cane, e immagino anche il vostro, conosce una gran quantità di parole, legate soprattutto al cibo –è un labrador, vero pozzo senza fondo-, al gioco e all’amore, ed è sempre disponibile a impararne di nuove e più complesse, tipo “biscotti della mamma” o “spezzatino”. Confonde l’udito con il comprendonio, e di fronte a una parola nuova e promettente di cui non afferra ancora il significato, inclina la testa per sentire meglio.
Qualcuno ha detto che un giorno i cani parleranno, anch’io ne sono convinta. Ho conosciuto padroni di cani, soprattutto anziane signore sole, che giurano che i loro cani dicono già cose tipo “pappa” o “mamma”. Certi ricorrenti latrati gutturali possono effettivamente somigliare a disperati tentativi di prendere parola, a pseudo-lallazioni. E’ certo comunque che “pappa” e “mamma” saranno le prime (probabilmente anche “palla”).
Forse le scimmie superiori sono evolutivamente più vicine alla parola, ma non lo sono affettivamente. Non hanno la stessa urgenza di comunicare con noi. I cani hanno secoli di cose da dirci, anche sul nostro conto. Non credo che sarebbero solo piacevolezze.
(pubblicato su “Io donna”- “Corriere della Sera”)