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bruno vespa

economics, Politica Dicembre 3, 2011

Ok, tranquilli: pago io

illustrazione di Emanuele Fucecchi per Il Fatto Quotidiano

Dopo aver appreso che il prof. Mario Monti pensava seriamente di presentare la sua manovra da Vespaprimo orribile deja vu-, eventualmente con lavagnetta, altro contratto con gli italiani? prima ancora di presentarla in Parlamento, programmino poi opportunamente cambiato in corsa, ma che comunque lascia veramente sbigottiti –ma come diavolo gli sarà venuto in mente?- faccio due conti e apprendo che, come al solito, a pagare sono io (e anche buona parte di voi, credo): secondo orribilissimo deja vu.

Sono lavoratrice dipendente. E mi sento pure in colpa per questo, essendoci un sacco di gente che il lavoro non ce l’ha. Il mio reddito, immagino come quello di moltissimi di voi che leggete, sta in una di quelle aliquote per le quali si prevede il ritocco Irpef. Bene.

Ho una casa di proprietà (mutuo ancora in corso) e una casa al mare (mutuo estinto), per le quali pagherò Ici o Imu e super Ici o super Imu. Più varie altre nuove tasse e tassette (passi carrai, ecc.).

Per il mio lavoro di welfare vivente (casa, figlio, mamma, e via dicendo) non percepisco redditi, e quindi evado alla grande.

Insomma, non sono povera, e non sono ricca. Non riesco a risparmiare più niente. Valuto attentamente tutte le spese che faccio. Pochissimi capricci, quasi zero: per fortuna non sono una donna viziata.

Ok, anche stavolta pago io. Perché non vedo serie misure sull’evasione fiscale (i finti poveri, come li chiama Massimo Fracaro sul Corriere di oggi): gli straricchi che non denunciando nulla, già non pagano nulla. E non vedo misure che incentivino la denuncia dell’evasione, pratica in cui ci imbattiamo ogni giorno e che anzi, se devo dire, mi pare capillarmente aumentata: se io non posso in qualche modo dedurre, se non ho una contropartita dal fatto di pretendere ricevuta fiscale, non cambierà mai un accidente, ci arriva anche un bambino.

E poi non vedo seri tagli ai vitalizi della “casta”. Non vedo Ici sul patrimonio immobiliare ecclesiastico. Non vedo tagli alle spese militari. Non vedo tasse sulle speculazioni finanziarie. Non vedo imposte salatissime per gli inquinatori.

 Soprattutto, non vedo un’idea di Paese, di crescita, una visione, qualcosa che vada oltre l’idea angusta di un ragionieristico pareggio di bilancio, ammesso e non concesso che ci arriviamo.

Tanto, se non ci arriviamo, nessun problema. Pago sempre io.   

 

economics, esperienze, Politica Novembre 10, 2011

Grazie Presy

Be’, amici: giornata storica e terribile, quella di ieri. Finita, per quel che mi riguarda, con il surreale salotto di Bruno Vespa, raggiante lui, allegrissimi tutti, da Alfano a La Russa a Di Pietro: che cosa avranno avuto tanto da ridere? Sembravano sollevati: e da che cosa? da loro stessi? Si vede l’uscita, finalmente. Evidentemente danno tutti per scontato di rientrare e riaccomodarsi. Be’, non ne sarei così certa, al posto loro.

Se tutti spingeremo nella direzione giusta, capiterà al Paese quello che è successo a Milano: dopo l’interludio Monti, che sarà cosa dura per tutti, nessuna illusione, cambio radicale. E’ nelle cose. E io auspico che Milano dia un grande contributo alla svolta. E chi andrà, come è successo a Milano, troverà macerie, rovine, e casse vuote. Dovrà fare grandi pulizie, raccogliere i cocci, buttare quello che c’è da buttare e salvare quello che c’è da salvare. Sarà ancora dura per tutti. Sarà un cambiamento doloroso. Sarà un lavoro di anni.

Ma dateci una visione, dico, diamoci una visione per il nostro Paese, visualizziamola bene tutte e tutti, cominciamo a vivere come se quel Paese nuovo ci fosse già, facciamolo essere nei nostri gesti quotidiani, e vedrete che rifioriremo. Usiamo questo tempo per “vedere”, non limitiamoci a piccoli aggiustamenti, diamoci grandi sogni e grandi orizzonti , e vedrete che ce la faremo, vedrete che i nostri figli, a cui abbiamo dato molto e tolto quasi tutto, avranno di che ringraziarci: “Ben fatto, vecchi”.

P.S. E io dico grazie al nostro vecchio Presidente Napolitano, che con equilibrio, intelligenza e fermezza ha saputo trovare la strada. Grazie Presy. E prenditi un paio di giorni per andartene a Capri, appena puoi.

Politica, TEMPI MODERNI Novembre 3, 2010

MA VA’ A CA’ TUA, VA’…

Digh al milanesùn, lumbàrd, padàn Matteo Salvini -e pensàa che gh’é un quaj d’ün che vuraria fagh fàa el sindich…che in milanés “andrò avanti” se dis minga “andarù avant”, ma “tirarùu innanz” (ier sera, dal Bruno Vespa). E dìi che ‘sti chi se vurarian insegnàa el dialet. A nüm.

Ma va’ a ca’ tua, va… ma de bun, damm à tràa.

Translation: dire al milanesone, lombardo, padano Matteo Salvini -e pensare che c’è qualcuno che vorrebbe fargli fare il sindaco… -che in milanese “andrò avanti” non si dice “andarù avant”, ma “tirarùu innanz” (ieri sera, da Bruno Vespa). E dire che questi vorrebbero insegnarci il dialetto. A noi.

Ma vai a casa tua, vai… ma sul serio, dammi retta.