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ambiente, Politica Dicembre 24, 2013

Milano sogna sempre l’acqua

Milano, quartiere di Gorla. Ponte Vecchio sul Naviglio Martesana

E’ stato anche grazie all’acqua, a quel naviglietto che arriva dall’Adda, che un quartiere milanese come Gorla, tanto per fare un esempio, negli anni Sessanta non è deflagrato sotto l’urto di un’immigrazione massiccia e improvvisa, migliaia di nuovi milanesi che arrivavano da Sud per lavorare nelle grandi e piccole fabbriche, palazzi come funghi, due camere e cucina impilati l’uno sull’altro, uno choc culturale e meteorologico per chi lasciava il sole per chiudersi nei reparti con le luci al neon (rivedersi “Rocco” e poi “Romanzo popolare”). E’ stato anche grazie al Martesana, detto “la” Martesana, a quelle acque un po’ fetide e così amate, al Ponte Vecchio e al Ponte Nuovo da cui sporgersi a contemplare i mulinelli e la prole delle anatre, che l’identità del quartiere ha tenuto, l’integrazione è stata sostanzialmente felice, cementata dai motti di spirito (“Oehi, Africa!”) e dalla certezza del pane.

I Navigli, il Grande, il Pavese e anche il Piccolo o Martesana che scorre da NordEst, sono sempre stati importanti per l’identità di Milano, memoria di tutta quell’acqua su cui galleggia la nostra città-chiatta circonfusa di vapori, brume e afa (“te dormet all’umid?” è un modo di dire qui, per stigmatizzare chi non corre al ritmo giusto, cioè al folle passo di pianura). La copertura di una lunga tratta della fossa interna negli anni 1929-30 ha ubbidito a un’anti-sogno modernizzante, e anche a ragioni igienico-sanitarie: ragioni che tuttavia si sono riproposte nell’intossicazione prodotta dai fiumi di metallo incolonnato e sgasante. Il rimedio è stato peggio del problema.

Area C ha segnato un’inversione di rotta, primo indizio di una visione che ha bisogno dell’acqua, ovvero di un ritorno di Milano a se stessa, per esplicitarsi.

Perché Milano sogna sempre l’acqua, in bianco e nero e a colori. Per questo sostengo con convinzione e commozione l’idea di una riapertura di grande parte dei navigli interrati (rii terà, li chiamerebbero a Venezia), come simbolo e driver di un cambiamento di rotta che la maggior parte dei milanesi ha già mostrato di approvare, cuore pulsante di una visione che fa un po’ di fatica a delinearsi.

Mancando, tanto per cambiare, i fondi necessari, indicati nella somma tutto sommato abbordabile di 200 milioni, mi pare ottima l’idea di bond-navigli lanciata dall’amico carissimo Ivan Berni su “La Repubblica”. Tanto più che grossomodo la metà di quella somma sarebbe recuperabile rinunciando al contestatissimo progetto della Via d’Acqua di Expo, 90 milioni per un’impresa faraonica e non necessaria.

La bozza di progetto è stata realizzata dall’equipe del Politecnico guidata da Antonello Boatti.

Sognamo l’acqua, questo Natale! E auguri a tutti.

Aggiornamento 29 dicembre: la Sovraintendenza “boccia” la via d’acqua, troppo invasiva.

 

Politica Giugno 11, 2011

BENEDETTI REFERENDUM

Questa immagine dice tutto: francescanamente, anche la Chiesa si mobilita per l’acqua bene comune (senza contare le parole di papa Benedetto XVI, in questo tedeschissimo, sulle energie non nocive).

E’ un momento di grande trasformazione per il nostro paese. Stiamo disegnando l’Italia che verrà, per noi e per i nostri figli. E il referendum è uno strumento di grande efficacia. A Milano poi ne abbiamo nove, per delineare alcune importantissime linee direttive che impegneranno la neonata giunta.

Quindi, animo! Andiamo a votare, e facciamo votare (ci va anche il nostro caro Presidente, e poi per un po’, almeno fino a quest’autunno, basta urne). Il quorum è vicinissimo, spingiamo insieme. E ricordate che l’Italia nasce da un referendum.

p.s. Per me, nove bei sì.

 

economics, TEMPI MODERNI Dicembre 10, 2009

IDRAULICI E BOLLETTE

100 € a elemento (+ mano d'opera): è quello che mi hanno chiesto!

100 € a elemento (+ mano d'opera): è quello che mi hanno chiesto!

Come avrete visto, da gennaio aumento del 2.8 per cento nelle bollette del gas. Per l’elettricità ancora nessun rincaro, ma è questione di tempo. Quindi ricomincia l’ascesa dei prezzi, proprio nel momento in cui la crisi arriverà a far sentire pienamente i suoi effetti sull’occupazione. Questo lo scenario del nuovo anno. Il che ci costringerà quanto meno a un downshifting radicale -diciamolo in inglese, che fa meno male-: ulteriore contrazione dei consumi, taglio dell’inutile, ritorno all’essenziale da molti punti di vista.

Proprio sabato scorso, prima che si sapesse del nuovo caro bollette, su Io donna, riflettevo alla buona su questi temi. Vi ripropongo i miei pensieri da casalinga che scrive.

Dato che tutti –o meglio, tutte: siamo realisti- facciamo la spesa, anche voi a conti fatti avrete visto che quanto si spende per mangiare è il meno. Stando un po’ attenti, scegliendo i negozi a buon mercato, tenendo d’occhio il prezzo al chilo o al litro, approfittando delle offerte, evitando le fragole a dicembre e i broccoli ad agosto, saltando qualche anello della catena, comprando quando si può direttamente dal produttore, imparando a cucinare meglio, e più sano, con meno, e così via -tutte accortezze che conosciamo benissimo- il budget può essere contenuto con soddisfazione. La rabbia che poi ti viene quando scopri che quei cento euro che hai sapientemente risparmiato ti partono per gli inspiegabili eccessi di una bolletta, o per dare una grattata alla lavatrice intasata dal calcare. Qui non si fatica per il pane, e nemmeno per il companatico, ma per tutto il resto, in molti casi inessenziale.
Interessanti i dibattiti sul caro pasta -0.75 o 0.83 al chilo?- che hanno occupato parte cospicua delle pagine dei giornali prima che l’affaire escort richiedesse tutta la nostra devota attenzione. Ma capirete bene che, data anche la pasta a un euro al chilo, non saranno quei 50 euro in più l’anno a rovinarci. E’ sul resto, che c’è da lavorare: sulle bollette, sempre spaventose, in troppi casi tra le più care d’Europa; sul caro-artigiani, assolutamente ingiustificabile; sulle spese di condominio, che ci costringono a un affitto salato anche quando siamo proprietari di casa. E via dicendo.
E’ il contorno dell’essenziale –la minestra quotidiana- che va ripensato. La buona volontà del non far correre l’acqua a vuoto non basta, quando l’acqua è gestita come non come una risorsa inalienabile ma come un bene di mercato: e anche qui, in controtendenza rispetto al resto d’Europa.
Di sicuro c’è parecchio da pensare e da fare, sul tema del rapporto tra essenziale e inessenziale, tra ciò che riteniamo irrinunciabile e quello di cui, a pensarci bene, potremmo fare a meno, o quasi. Ripensare al proprio essenziale è un’ottima pratica, e anziché impoverire, come si potrebbe credere, rende incredibilmente più agili e più ricchi. Ma pensate anche a quante belle cose avrebbe da fare la politica, se fosse degna del bel nome di politica!

P.S.  Aggiunta dell’ultim’ora: io il mio Tfr l’ho tenuto in azienda. Meno male, visto la fine che faranno fare ai fondi!

economics, Politica Novembre 17, 2009

ACQUA ALLA GOLA

acqua1

Il governo ha posto la fiducia su un decreto  che contiene anche la riforma dei servizi pubblici locali, compresa l’acqua. Ad annunciare l’intenzione dell’esecutivo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, spiegando che la fiducia sarà votata su un “maxiemendamento”. Il voto è previsto per oggi alle 16. Immediata la reazione negativa ed allarmata dell’opposizione, ma anche la Lega, storicamente a favore dell’acqua pubblica, non è soddisfatta e annuncia un ordine del giorno al decreto. L’opposizione ha investito direttamente il presidente della Camera Gianfranco Fini denunciando la gravità del ricorso alla fiducia: “Ancora una volta la Camera è stata espropriata dalla possibilità di discutere e modificare i provvedimenti del governo”, hanno denunciato i rappresentanti di Pd, Idv e Udc. Ancora più preoccupati i movimenti dei consumatori.

Nel resto d’Europa, per esempio a Parigi, rimunicipalizzano. In Italia privatizziamo.

Qui del problema avevamo già parlato. Con scarso successo di pubblico, devo dire. Per esempio abbiamo detto questo.

Il governo Berlusconi ha dato il via alla privatizzazione dell’acqua pubblica. Il Parlamento ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica.
Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l’acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l’acqua minerale). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l’acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300 per cento. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell’acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L’uomo è fatto per il 65 per cento di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L’acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno puo’ appropriarsene per trarne illecito profitto. L’acqua è l’oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre.

E questa è una lettera, che abbiamo già pubblicato qui e vi riproponiamo, indirizzata al presidente Barack Obama:

Signor Presidente,

nei giorni del G8 Lei giocherà un ruolo determinante e lo sarà ancora di più per quanto riguarda i mutamenti climatici, noi pensiamo che questa sia una occasione per porLe una questione che riteniamo fondamentale per l’umanità: l’acqua
Signor Presidente, la sua elezione ha suscitato nel mondo molte aspettative.
E’ stato visto come un leader capace di dire al proprio paese e al mondo intero che dai terribili problemi del pianeta si esce solo tutti assieme.
Ne siamo convinti. In particolare noi, che riteniamo l’accesso all’acqua un diritto umano negato ad 1,2 miliardi di persone.
Siamo convinti che il grande problema sarà la Crisi Mondiale dell’Acqua così come l’ha dichiarata l’ONU nel 2006 e che la sua mercificazione universale in atto, avrà effetti devastanti sulla vita di miliardi di persone.
Acqua e mercato dell’acqua, sono un passaggio epocale, che disegnerà nuove geografie dell’esclusione e dei conflitti.
Nei prossimi decenni se non vi si porrà rimedio, metà della popolazione mondiale non avrà accesso all’acqua potabile e metà della domanda d’acqua resterà senza risposta e per queste ragioni 200 – 300 milioni di persone si sposteranno nel mondo, il prezzo degli alimenti salirà vertiginosamente e ci saranno guerre più terribili di quelle del petrolio.
In questo scenario la politica delega al mercato azionario il governo di questo bene, lo stesso mercato che ha portato il suo paese e il mondo intero alla crisi economica.
Lei ha ridato alla politica il senso degli interessi generali, ha parlato di sanità pubblica come di un bene comune e inaugurato l’era nella quale ai contrasti si risponde con il parliamone….
Ecco noi vorremmo sottoporLe proprio sull’acqua, quattro ordini di problemi molto semplici:
− alle soglie del XXI secolo le istituzioni internazionali si rifiutano ancora di dichiarare l’acqua un diritto umano inalienabile e il suo paese gli USA è tra i più decisi sostenitori di tale rifiuto;
− le linee guida della politica mondiale dell’acqua vengono definite ogni tre anni dal Forum Mondiale dell’Acqua, una sede privata, retta dalle grandi multinazionali;
l’acqua è mercificata, venduta e quotata in borsa, in tutti i nei suoi usi più indispensabili;
− nei negoziati sui cambiamenti climatici la crisi dell’acqua è del tutto ignorata, considerata un bene economico e la priorità nei suoi usi, va alla produzione energetica.
Quattro semplici richieste Signor Presidente, che rivolgiamo a Lei, perché da Lei pensiamo che il “parliamone” voglia dire ascoltare, affrontare e rispondere ai problemi anche quando non vengono dai potenti.
Per noi le risposte sono scontate, nell’ordine naturale delle cose:
– l’acqua è un diritto umano,
– l’acqua non è una merce ma un bene comune,
– l’acqua deve essere governata, da istituzioni legittime come l’ONU a cui va restituita autorità,
– l’acqua deve essere inscritta nell’agenda di Copenaghen sui mutamenti climatici.
Non conosciamo il Suo pensiero in merito, ci auguriamo lo posa condividere per il bene dell’umanità.
Le chiediamo una risposta, come segno che anche per i movimenti sociali, la società civile e la cultura è iniziata un’era di cambiamenti nei rapporti con la politica.

L’acqua potrebbe diventare il simbolo del nuovo che vogliamo aiutare a nascere.

economics, Politica Giugno 30, 2009

PROGRAMMA PER IL PD (MODESTAMENTE)

Ecco, per esempio: l’acqua bene comune (e invece le giunte rosse partecipano alla speculazione sull’acqua)

Ecco, altro esempio: la lotta contro la cementificazione del territorio, la salvaguardia e la valorizzazione della struggente bellezza del nostro paese (e non il proprio business cementizio e le coop rosse contrapposti agli interessi simmetrici del centrodestra, il territorio conteso palmo a palmo), un’economia legata all’ambiente e alla bellezza?

Ecco due punti semplici semplici, puliti puliti, per un Pd con un’identità riconoscibile. E potremmo andare avanti senza problemi.

Vedete com’è facile. Addirittura banale. Non c’è da leggere troppi libri. Non c’è da fare seminari teorici. E’ chiaro, quello che serve al paese. Basta viverci dentro. Camminare per le strade. Andare negli uffici, o a fare la spesa.

Ma è davvero questo che vanno cercando? La strada per un paese più bello e più felice? O perseguono soltanto la non estinzione?

Politica, TEMPI MODERNI Giugno 30, 2009

LA SETE DEL MONDO

Qui di acqua abbiamo parlato tante volte, e in particolare del caro-acqua e delle speculazioni su questo bene primario che dovrebbe essere sottratto al mercato e amministrato con ben altri criteri. Vi sottopongo al riguardo una lettera indirizzata al presidente Barack Obama che ha già raccolto numerose adesioni, tra cui quelle di Rita Levi Montalcini, Ermanno Olmi, Silvio Garattini, Dario Fo, Renato Mannheimer, Fulvio Scaparro, Vittorio Gregotti, Lea Melandri, Gad Lerner, e un’infinità di altri cittadini illustri e no (me compresa) e associazioni, e che gli sarà consegnata in occasione della sua imminente partecipazione al G8.


Signor Presidente,

nei giorni del G8 Lei giocherà un ruolo determinante e lo sarà ancora di più per quanto riguarda i mutamenti climatici, noi pensiamo che questa sia una occasione per porLe una questione che riteniamo fondamentale per l’umanità: l’acqua
Signor Presidente, la sua elezione ha suscitato nel mondo molte aspettative.
E’ stato visto come un leader capace di dire al proprio paese e al mondo intero che dai terribili problemi del pianeta si esce solo tutti assieme.
Ne siamo convinti. In particolare noi, che riteniamo l’accesso all’acqua un diritto umano negato ad 1,2 miliardi di persone.
Siamo convinti che il grande problema sarà la Crisi Mondiale dell’Acqua così come l’ha dichiarata l’ONU nel 2006 e che la sua mercificazione universale in atto, avrà effetti devastanti sulla vita di miliardi di persone.
Acqua e mercato dell’acqua, sono un passaggio epocale, che disegnerà nuove geografie dell’esclusione e dei conflitti.
Nei prossimi decenni se non vi si porrà rimedio, metà della popolazione mondiale non avrà accesso all’acqua potabile e metà della domanda d’acqua resterà senza risposta e per queste ragioni 200 – 300 milioni di persone si sposteranno nel mondo, il prezzo degli alimenti salirà vertiginosamente e ci saranno guerre più terribili di quelle del petrolio.
In questo scenario la politica delega al mercato azionario il governo di questo bene, lo stesso mercato che ha portato il suo paese e il mondo intero alla crisi economica.
Lei ha ridato alla politica il senso degli interessi generali, ha parlato di sanità pubblica come di un bene comune e inaugurato l’era nella quale ai contrasti si risponde con il parliamone….
Ecco noi vorremmo sottoporLe proprio sull’acqua, quattro ordini di problemi molto semplici:
− alle soglie del XXI secolo le istituzioni internazionali si rifiutano ancora di dichiarare l’acqua un diritto umano inalienabile e il suo paese gli USA è tra i più decisi sostenitori di tale rifiuto;
− le linee guida della politica mondiale dell’acqua vengono definite ogni tre anni dal Forum Mondiale dell’Acqua, una sede privata, retta dalle grandi multinazionali;
l’acqua è mercificata, venduta e quotata in borsa, in tutti i nei suoi usi più indispensabili;
− nei negoziati sui cambiamenti climatici la crisi dell’acqua è del tutto ignorata, considerata un bene economico e la priorità nei suoi usi, va alla produzione energetica.
Quattro semplici richieste Signor Presidente, che rivolgiamo a Lei, perché da Lei pensiamo che il “parliamone” voglia dire ascoltare, affrontare e rispondere ai problemi anche quando non vengono dai potenti.
Per noi le risposte sono scontate, nell’ordine naturale delle cose:
– l’acqua è un diritto umano,
– l’acqua non è una merce ma un bene comune,
– l’acqua deve essere governata, da istituzioni legittime come l’ONU a cui va restituita autorità,
– l’acqua deve essere inscritta nell’agenda di Copenaghen sui mutamenti climatici.
Non conosciamo il Suo pensiero in merito, ci auguriamo lo posa condividere per il bene dell’umanità.
Le chiediamo una risposta, come segno che anche per i movimenti sociali, la società civile e la cultura è iniziata un’era di cambiamenti nei rapporti con la politica.

per adesioni: segreteria@contrattoacqua.it

Politica Marzo 18, 2009

ACQUA "SALATA"

Ricevo e pubblico:

Il governo Berlusconi ha dato il via alla privatizzazione dell’acqua pubblica. Il Parlamento ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica.
Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l’acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l’acqua minerale). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l’acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300 per cento. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell’acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L’uomo è fatto per il 65 per cento di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L’acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno puo’ appropriarsene per trarne illecito profitto. L’acqua è l’oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre.

La mia esperienza al riguardo è questa: ho una seconda casa nello spezzino. Come non residente, ho sempre pagato tariffe più alte. Ma stavolta abbiamo raggiunto cifre stratosferiche. In quattro persone, utilizzando la casa per complessivi 3 mesi nell’anno, e non avendo giardino o orto da innaffiare, da gennaio 2008 a oggi ho pagato bollette per complessivi 1593.50 € (ben oltre 500 € al mese). Come lavarsi con lo champagne. Molte altre famiglie sono nelle mie condizioni. Secondo L’Acam, che gestisce il servizio -azienda in grave deficit- è tutto in regola.

Fateci sapere come sta andando dalle vostre parti. Qualcosa si dovrà pur fare.