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15 ottobre

AMARE GLI ALTRI, Donne e Uomini, Politica, Senza categoria, TEMPI MODERNI Ottobre 18, 2011

Narcisi, str…i ed esteti della violenza

Ho conosciuto da ragazzina la stagione del preterrorismo, delle piazze violente, dei servizi d’ordine. I black bloc, a cui io toglierei questo nome nobilitante e gasante per chiamarli più propriamente narcisi, imbecilli, irresponsabili o peggio, sono proprio un’altra cosa. Non fanno parte del movimento, come ne facevano parte quei servizi d’ordine, ma sono un corpo estraneo e parassita. Vivono totalmente nell’impero mediatico: quello che desiderano sono solo i riflettori e le telecamere tutti per sé, e fatalmente li conquistano. Non hanno strategia, vogliono solo dare sfogo alla loro ansia di protagonismo violento. Verosimilmente sono infiltrati, e comunque le loro azioni si prestano magnificamente a chi chiede leggi repressive e stati di polizia. E nella situazione sociale ed economica  in cui ci troviamo, lo stato di polizia sarebbe dare fuoco alle polveri.

In breve, sono esteti della violenza, fascistoidi, marinettiani da quattro soldi, e non hanno alcuna legittimazione politica. Le nuove generazioni le abbiamo viste politicamente al lavoro in occasione dell’ultima tornata elettorale amministrativa. Scrivendo di loro, dopo averli conosciuti, ne parlavo così:

I giovani hanno anche lavorato sodo per la vittoria del centrosinistra. Come per Zedda a Cagliari e per De Magistris a Napoli, anche per lo staff di Pisapia si è trattato di un contributo decisivo. Hanno lavorato gratis, portando in dote tutto il loro know how di nativi digitali –senza la rete questa svolta sarebbe stata impensabile-, la loro velocità, i flash mob, la naturalezza nel fare squadra: l’individuo per loro non esiste, la rete non è solo il medium, è il messaggio. L’altro pezzo della dote è stato la non-violenza, il non-odio. Questa dei figli dei baby boomer è una generazione innocente e quieta, che ha avuto la fortuna di non conoscere il male. L’etica e l’estetica resistenziale, che hanno nutrito l’immaginario militante della nostra generazione, si è esaurito. Noi occhiuti, sempre all’erta, alla ricerca di nemici, e questi che non lottano neanche contro i loro genitori. Non capivamo che cosa fossero, e qui si è visto: post-antagonismo, non-violenza, non-individualismo e rete, è questo a comporre la cifra. Oltre a un forte europeismo. Risposte virali e interstiziali, il nuovo che prende forma in micro-pratiche quotidiane, infinitesime, reticolari, subliminali. Un linguaggio più femminile che maschile”. 

Ditemi voi che cosa c’entra quel manipolo di str…i con questa magnifica generazione.

esperienze, Politica Ottobre 14, 2011

Novantanove a uno

Saranno forse duecentomila gli indignados che domani confluiranno a Roma per manifestare. Con ragioni sacrosante –il 99 per cento siamo noi! di Occupy Wall Street– e obiettivi politici che necessitano ancora di una messa a punto. Se il 99 per cento siamo noi, e l’1 per cento ci fa ballare, certamente questo 99 per cento saprà indicare obiettivi e programmi. Si deve avere fiducia in questo, e collaborare alla preparazione del prossimo futuro, guardando avanti. La piazza deve servire soprattutto a misurare questa capacità, a raccogliere umori, desideri, idee.

Ma occhio, ragazzi. C’è molto nervosismo in giro. Le ultime peripezie di un governo sull’orlo del default, 12 sbadigli inclusi, eccitano il desiderio di uno show down. Sarebbe rovinoso. Occhio a chi, da una parte e dall’altra, irresponsabilmente, spera in un sabato di guerriglia. Anche qui, siamo 99 a uno. E quell’uno va isolato fermamente, e senza tentennamenti. Armarsi di non-violenza, spargerla dappertutto intorno a sé. Credere fermamente nel fatto che lo scontro fisico non è la strada giusta, e dimostrarlo nelle parole e nei fatti. Portare conflitto e pace, che possono andare di pari passo. Mostrare tutta la forza che c’è nella responsabilità. Per questo sarebbe importante una grande partecipazione femminile.

Calma ragazzi. Fare di tutto perché la manifestazione di domani costituisca un oggettivo passo avanti in direzione del meglio.