Primo Pippo Civati in tutti i sondaggi (Corriere, La Repubblica, La Stampa, il Messaggero etc.) realizzati in diretta durante il confronto di Sky Tg24 tra i candidati alla segreteria Pd. Potete rivedervi tutto qui. Professorale Gianni Cuperlo (pesa soprattutto lo scarso entusiasmo,  mi pare, un “si deve fare” che non aiuta), sottotono Matteo Renzi (anche i fenomeni accusano stanchezza), carico Civati che, patito un metodico oscuramento, attendeva da mesi un’occasione ad alta visibilità per raccontare il suo Pd e la sua idea di Paese (dettagliati peraltro in 70 sostanziose pagine di un programma che perfino Massimo D’Alema ha giudicato il più innovativo).

Non è un caso che nel suo Pantheon, insieme alla ex-sindaca eroina di Monasterace Maria Carmela Lanzetta che Civati vorrebbe in direzione nazionale, il candidato “terzo” abbia indicato Bill “Giant” De Blasio, nuovo sindaco di New York, simbolo di una sinistra che vince restando a sinistra, con posizioni chiare e nette ispirate a una maggiore giustizia sociale, alla battaglia sui diritti, alla salvaguardia delle differenze. Una sinistra resettata, in cui accanto al tema decisivo del lavoro c’è posto anche per i diritti degli animali, con l’ambiente al centro.

Oggi sui quotidiani e ovunque nel web trovate ampli resoconti del confronto di ieri, pagelle, pagelline e molti “the best of”: ce n’è per tutti i gusti. Queste poche righe solo per ribadire che non è affatto detto che la sinistra vinca solo se va a destra, anzi -in verità il Pd ha perso pezzi su questa strada fino al “tradimento” delle larghe intese- e il vecchio Bill sta lì a dimostrarlo. Che si tratta casomai di reincardinare la sinistra su nuovi assi -ambiente, sviluppo compatibile, convivenza delle differenze, femminilizzazione, rete- per delineare un nuovo paradigma. E se non lo fa la “sinistra” o chiamiamola come vogliamo, chi lo fa? Insomma, se si vuole indicare un trend, è questo.

Ieri alla splendida XFactor Arena tra i venti-trenta-quarantenni della squadra di Civati, galvanizzati dall’ottima performance, molti compagni di strada renziani un po’ delusi, che ammettevano: “Speriamo Pippo arrivi secondo”. I sondaggi mediatici non hanno base di scientificità -anche se quelli cosiddetti scientifici prendono spesso enormi tranvate: chi si dimentica, tanto per dire, Letizia Moratti data fino all’ultimo 7 punti sopra Giuliano Pisapia?-. Un conto è votare online dalla poltrona e gratis, un altro essere così motivati da infilarsi il cappotto, raggiungere il seggio, versare 2 euro e mezzo e votare (metodi pleistocenici, ma tant’è…). L’affluenza alle primarie è la vera incognita, soprattutto per Renzi e per Civati. In particolare per quest’ultimo, ieri sera epic-winner a sorpresa, che nei prossimi sette giorni dovrà riuscire a tradurre questa ampia adesione ideale nella sostanza di un sostegno alle urne. Ma questo è anche tempo di eventi miracolosi.

Intanto in bocca al lupo a tutti. Il confronto tv di ieri sera -con qualche colpo, ma nessuno basso- alimenta la fiducia.

Tutti uomini, già. Peccato. L’unico a notarlo è stato Civati.

 

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