Si apre domattina a Siena la due giorni nazionale indetta da Se non ora quando “per cominciare a tracciare il nostro progetto e definire la nostra proposta politica dopo il 13 febbraio”.

Quella gigantesca piazza diffusa, probabilmente la più grande manifestazione mai vista nel Paese, in realtà ha già prodotto molto. Quello che è successo in maggio a Milano, Napoli, Cagliari e in altre città, e poi in giugno con i referendum, ha preso avvio in quella fredda domenica di febbraio e ha tratto di lì buona parte delle sue motivazioni.

Ma attenzione, lo dico alle amiche che si incontrano oggi a Siena –già visto a Milano-: per la politica degli uomini la tentazione di prescindere da quella piazza è molto forte. Come se la cosiddetta “svolta civica”, nutrita dalla pacifica rivolta delle donne, fosse una creatura ormai “svezzata” e avesse gambe per andare anche senza di loro.

Abituati alla gratuità del dono femminile, pochi penseranno di dover restituire facendo largo alle donne nei luoghi in cui si prendono decisioni per il bene pubblico. Per questo oggi è molto importante mostrare che l’onda femminile non è affatto rifluita, e che niente di politicamente rilevante potrà accadere a prescindere da loro. Che senza le donne non si farà più nulla.

Oggi e domani le amiche di Se non ora quando porranno a tema principalmente due questioni: il lavoro e l’immagine femminile nello spazio pubblico, tv eccetera. Ce ne sarebbe abbastanza per riempire le agende dei prossimi anni. Ma senza un’adeguata rappresentanza politica, la fatica di questo lavoro sarà immane. Lo dico anche se da sempre sono convinta che la politica vera, la politica prima, sia quella che si fa nella vita di ogni giorno, e a cui per esempio viene dato il nome diminutivo di volontariato, o quello “impolitico” di relazioni o di cura.

E’ vero che non bastano più donne nelle istituzioni rappresentative a garantire in automatico il doppio sguardo e la femminilizzazione della politica. Ma è vero anche che senza donne in quei luoghi il doppio sguardo non avrà alcuna possibilità.

A Milano abbiamo lottato per uno scardinante 50/50, e l’abbiamo ottenuto, non pensando certo che sia risolutivo. Ma in questo 50/50 c’è quanto meno una possibilità da far fruttare.

Fra poco o fra non molto, il tema si porrà anche a livello nazionale. Siena può essere un’ottima occasione per cominciare a farci un pensiero. Perciò buon lavoro, amiche!

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