Forse l’unico che si sta comportando da gentiluomo con Letizia Moratti è proprio il suo competitor Giuliano Pisapia. Che non si nega a una stretta di mano, anche se nessuno potrebbe biasimarlo se si sottraesse.

Si vede un bel po’ di gente, in quest’ultimo scorcio di campagna elettorale, saltare sul carro di quello che potrebbe essere il vincitore: segnale che vale più di mille sondaggi. Quanto agli alleati della signora Moratti, il governatore Roberto Formigoni invita doverosamente a votarla, dicendo che è meglio la sua padella che la brace di Pisapia. Il leghista Matteo Salvini dice che chiunque verrà eletto sarà anche il suo sindaco, affermazione pleonastica per il futuro prossimo, ma significativa per il presente. Il direttore del Giornale Alessandro Sallusti sostiene che al sindaco uscente è andata già di culo con quel 41 per cento al primo turno, che non la voleva nessuno, il fatto è che si chiama Moratti, come si poteva fare? Umberto Bossi le tira le orecchie e le dà buca a un’iniziativa. E infine ieri sera a Porta a Porta il premier Silvio Berlusconi, oltre a dare con il consueto garbo della “gente senza cervello” a tutti quei milanesi, più della metà, che hanno votato Pisapia, assesta l’uppercut scrollandosi vigorosamente Moratti di dosso, dicendo che è una candidata debole, e facendo capire che il governo non andrà in nessun modo a fondo con lei.

Quasi in contemporanea a Linea Notte su Rai Tre, in un confronto con Stefano Boeri la signora Moratti annaspa, si contraddice, dà segni di grande fatica fisica e psicologica. Fossi in lei, essendo data per sconfitta, mi concederei un’uscita alla grande, togliendomi tutti i sassolini che posso dalle scarpe. Magari dicendo che sì, probabilmente lei non è una candidata così forte, ma che sfiderebbe chiunque a farcela, avendo dovuto correre zavorrata dalla presenza ingombrante di questo vecchio uomo senza il senso del limite, che ogni lunedì di campagna ha dovuto presentarsi in tribunale, a cui la maggioranza dei milanesi, stanchi della sua inefficacia, della perdita di buon senso e di misura e dai deliri di onnipotenza, e soprattutto le milanesi, umiliate dal suo disprezzo e dai suoi priapismi, hanno presentato il conto.

Prima o poi doveva capitare. Letizia si tolga la soddisfazione, lasci perdere Zingaropoli e tutte le volgarità che è stata costretta a dire, e metta in piedi un gran finale degno.

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