Ancora sotto shock. Stanotte ho dormito poco o niente.

Mai stata fan del governo Letta, le speranze si erano affievolite nel giro di poche settimane: un governo che passerà alla storia per la sua triste inconcludenza: 10 mesi a parlare di Imu, e poi le slot machine, il salva-Roma, Imu-Bankitalia, le cornucopie-omnibus.

Ma la giustizia sommaria, quella ghigliottina tirata su e calata nel giro di tre giorni, il semi-impeachment di Napolitano per fargli capire come stavano le cose, il premier Letta che ieri, nei corridoi della “prima” al Nazareno, veniva chiamato la “giraffa Marius”, la sua patetica resistenza, la sua liquidazione nel peggior linguaggio dei cda (“ringraziamo per il suo contributo”), altro che staffetta. E la fretta di tutti, rivelatrice della fatica che si fa a tradire… Il fattore umano, insomma, che non è cosa da poco, e rischia di pesare sul futuro governo come una macchia originaria, come un pessimo auspicio, tipo i corvi che volano quando nasce un bambino o certe immagini allegoriche delle antiche narrazioni.

Di tutto il resto si è detto tante volte: il Paese agonico, la non procrastinabilità delle riforme istituzionali ed economiche, la lontananza ormai abissale tra gli elettori e i loro rappresentanti, ma soprattutto la voto-fobia, novità molto preoccupante: le consultazioni democratiche che ormai sono diventate “una sciocchezza” (Napolitano”) o “il modo per far vincere Grillo” e per “fare il male del Paese” (sentito ieri in direzione).Che si tiri avanti senza votare fino al 2018, come annunciato da Matteo Renzi, è altamente improbabile, ma soprattutto inaccettabile.

Ma il fattore umano non è meno decisivo: potrà davvero fare bene chi è capace, machiavellicamente, di esercitare con mano tanto ferma il “male necessario”? Quante volte ancora ci toccherà vedere in azione la ghigliottina? Quali segni lascerà questa brutta giornata nei geni del Pd? Davvero non c’era altro modo –c’è sempre stato, perché stavolta no?- per rendere più efficace l’azione politica? Perché il giovane leader, di cui ieri abbiamo visto il volto feroce, non ha avuto fiducia in se stesso? Avrebbe saputo condurre una magnifica campagna elettorale, quella “vera”, avrebbe avuto tutte le possibilità per convincere e vincere e governare con la forza insostituibile del consenso.

E se di se stesso non si è fidato lui, possiamo fidarci noi?

 

 

 

 

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