Una storia che mi arriva via FB. Somiglia di sicuro a quella di tante.

Ciao, sono mamma da poco più di un anno, avevo un buon lavoro, e con buono intendo che lo stipendio era pagato con precisione ogni mese, dal 2007. Nel 2008 mi hanno chiesto se conoscessi qualcuno interessato al lavoro ed io proposi una mia cara amica che avrebbe accettato solo se le fosse stato concesso un part time, avendo già un figlio. E così fu.

Con il passare degli anni la vita, quella vera fuori dall’ufficio, scorreva: mi sono sposata e l’anno scorso è nata la dolcissima Lavinia. A novembre rientro al lavoro, con le due ore di permesso per l’allattamento, e a gennaio iniziano i problemi: mi impongono di entrare più tardi due volte a settimana (usando le 2h di allatamento prima) per uscire alle 18:00 e viene chiesto alla mia collega di sacrificarsi e allungare i suoi 2 giorni di part time più lunghi dalle 4 alle 6. Nel frattempo, a dicembre, avevo chiesto anche io il part time una volta che Lavinia avesse compiuto un anno. La “capa” sembrava disponibile e ci ha proposto di continuare con questi turni per sempre, anche se il mio part time era comunque di 35 h a settimana contro le 25 della mia collega. Ma a me sarebbe andato bene.
Insomma, la “Capa” aveva un piano: era convinta che la mia collega non avrebbe mai accettato questo cambiamento definitivo ma non aveva calcolato fattori quale l’amicizia e la gratitudine. Quando la mia collega le ha comunicato la sua decisione a mio favore la capa si è ammutolita, e, due giorni prima il compimento del primo anno di Lavinia mi telefona e, candidamente, mi dice di aver cambiato idea e che dal lunedì successivo sarei dovuta tornare al mio orario originario 9,00-18,00.

Ora sono a casa in malattia di Lavinia, e non ho intenzione di tornare, ho bisogno di lavorare e ho mandato decine e decine di cv con la richiesta di un lavoro part time, ma la cosa ancora più assurda è che non posso neanche licenziarmi altrimenti non avrei diritto all’indennità di disoccupazione. Mi tocca tenere duro, io che dura non lo sono, per il mio bene e di mia figlia. Ho anche pensato che in fondo ce la potrei fare a sopportare nove ore al giorno di silenzio e tensione ma poi penso che ora c’è Lavinia… e quindi sono costretta a stare a casa senza più lo stipendio.
Questo è uno sfogo sicuramente comune a tante mamme ma è anche una denuncia di quanto una donna di 50 anni senza figli e ancora piacente possa essere crudele verso un’altra donna.

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