farmaci

Vedete che cos’avete da dire a riguardo: commenti ed esperienze.

Un’amica mi racconta di essere uscita da un guaio di salute piuttosto serio utilizzando la tecnica delle microdosi (di farmaci). La cosa può ricordare l’omeopatia –per i bassissimi dosaggi- ma è sostanzialmente diversa. Il principio, nel caso dell’omeopatia, è la legge dei simili, ovvero la cura di una malattia con una sostanza che produce gli stessi sintomi: coffea, per esempio, in caso di nervosismo e insonnia. Nelle microdosi invece la legge è quella dei contrari, secondo la medicina tradizionale: le sostanze sono le stesse, ma notevolmente diluite, e quindi a dosaggi estremamente ridotti.
La pratica è stata ideata nel 1980 dal medico messicano Eugenio Martinez Bravo, a quanto pare con notevoli successi terapeutici, e con almeno tre importanti vantaggi: tempo d’azione molto più rapido, minimizzazione degli effetti collaterali dei farmaci e spesa notevolmente ridotta. Chiedete al vostro medico prima di avventurarvi, e magari tentate con le microdosi solo in caso di banale cefalea o di semplice raffreddore. Sarebbe un’ottima notizia, se funzionasse. Specie per gente come me, pronta a ingaggiare impari lotte con il dolore prima di risolversi a buttare giù un antinfiammatorio perfora-stomaco. O per le molte signore che ci stanno pensando: terapia ormonale sostitutiva, sì o no? E perché non invece, se possibile –chiedere sempre al medico!- bassissimi dosaggi di estrogeni e progesterone?
E’ la filosofia delle microdosi ad affascinarmi perché somiglia molto a quello che sperimentiamo nella vita di ogni giorno, ma spesso non sappiamo riconoscere. L’efficacia dei piccoli gesti, delle mediazioni e delle sfumature, anziché le martellate del bianco-o-nero e del sì-o-no. La possibilità di cambiare il mondo con spostamenti infinitesimali, in grado di produrre una cascata di effetti virtuosi. Tra impotenza e dispiegamento di potenza, tra la rassegnazione e la guerra, è la strada delle relazioni e delle energie sottili, del passaggio di consapevolezza e di esperienze a fare la gran parte della realtà.
Se questa faccenda delle microdosi funzionasse per la salute, sarebbe un ottimo paradigma anche per tutto il resto.

(pubblicato su Io donna-Corriere della Sera il 7 novembre 2009)

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