Mi sento particolarmente fiera del birrificio Lambrate, celebrato qualche settimana fa dal New York Times per l’eccellenza della sua produzione artigianale: birre tra le migliori al mondo. Non ho alcun merito a riguardo, se non quello di vivere nella stessa città, Milano, e non così lontano di lì. Non ci sono mai andata, reggo pochissimo anche le basse gradazioni alcoliche, ma la birra mi piace e non mancherò, magari d’estate, quando anche noi profani un fresco boccale non ce lo facciamo mancare.

Qualche settimana fa mi sono innamorata dello yoghurt di bufala, servito al banco con squisita composta di mandarino, della ricotta e della mozzarella (divina la treccia) del caseificio Vannulo, dalle parti di Paestum. Mi dicono che è un mito in tutto il Sud, il locale è anche molto elegante. La gente fa molti chilometri per andare a comprare questi delicatissimi formaggi, da consumare nel giro di poche ore: adoro noi italiani che facciamo chilometri per mettere qualcosa di buono in tavola, ho un parente londinese stupefatto dal nostro amore per il cibo, lì tendono semplicemente a placare la fame con qualunque immangiabile pappone, che cosa mettere in tavola è l’ultimo dei loro problemi.

Questa è l’Italia che mi entusiasma e mi commuove. Se sarà la bellezza (e la bontà) a salvare il mondo, il salvataggio bello-e-buono comincerà proprio di qui. Se avete altre eccellenze da segnalare, vi prego. Non vedo l’ora…

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