A Babbo Natale  voglio lasciare un dolore, quella brutta storia dell’altra sempre “zoccola”, dell’uomo che ama l’altra e prende da te tutto l’amore che sai e l’altra sempre beata e pulita. Banale!

Non ho mai avuto un cane, da piccolina i cani mi spaventavano e mi rincorrevano. Una vicina mi rivelò che il cane mi rincorreva perché sentiva la mia paura, dovevo imparare ad amarli. Mio padre,un giorno, porta a casa Dick, un bastardino bianco e marrone, e comincia l’amore. Dick  non è mai morto, io non l’ ho sepolto. Quell’uomo invia un sms: “Mi sono spento… Alla fine non si piange più . Scusatemi tutti”. E perdo Argo.

Argo è un randagio tolto al canile, che abita la cuccia di Billo.  Ho comprato la cuccia un San Valentino  per il suo cane: Billo. Billo è scappato tante volte prima di accettare la lunga catena, ho riportato Billo a casa due volte e l’ho incontrato sempre al bivio della strada che porta alla sua campagna, mi ha riconosciuta, mi è bastato chiamarlo perché si accomodasse nella mia Panda. Ho amato Billo… Billo era il suo cane, l’altra cucinava per lui, lo chiamava e giocava quando passavano le feste in campagna, lo fotografavano i loro figli.

Per Patrizia, una mia amica, era il cane di Luigi. Billo è stato avvelenato. Non ho visto il suo corpo senza vita ma ho pianto la sua morte. Il suo padrone ha pianto, l’ho sentito. Ho amato Billo, ho amato il suo padrone come solo i cani sanno amare. I cani non mentono sull’amore. Ha mentito il suo padrone e mi ha uccisa.

Poi arriva Argo, tutto nero con macchie marroni sulle zampe e sul muso: bellissimo! Argo è anche un po’ il mio cane, vado a conoscerlo sulla collinetta che abita, lo bacio, lo accarezzo, lo amo. L’uomo della collinetta quando va in campagna mi informa della sua crescita e io ho il cane. Ho comprato la cuccia per avere un posto, non è bastato. Il padrone di Argo mi lascia e di Argo nessuna notizia. Ricorda, Argo, le mie carezze?

Caro Babbo Natale, dammi il fiuto di un cane e la fedeltà all’amore…portati via questi tre sms che chiudono un amore infedele durato tredici anni. Sabato 19 Novembre ore 18.15: “Mi sono spento…alla fine non si piange più. Scusatemi tutti”.  Provo a chiamare,rifiuta la telefonata e allora come Erinni invio disperati sms dove prometto di  cancellarlo con un altro… Ne ricevo ancora due. Sabato, 19 Novembre ore 21.00: “Parti… L’ho sempre saputo”. Ignobile finzione. Parafulmine di una tempesta altrove. Sorpresa non programmata! Dillo tu quello che sei. Non a me. Sabato ,19 Novembre ore 21.15: “Bisogna spegnersi. Per essere”. Per esserci sopportandosi. Le tue consolazioni. Elogio dell’immediatezza. Basta.

Ho bruciato la memoria… ho spento il dolore senza capire il perché di tanta crudeltà. Ho comprato la cuccia e non ho mai messo la catena e mi sono salvata. A Natale c’è la moglie . Auguri alle donne che amano senza voler essere “ la moglie di”. A volte bisogna fare qualcosa di imperdonabile come il mio ultimo sms verso il suo cellulare. Mercoledì, 30 Novembre ore 7.00: “Riposa, infine, con consorte poverissima nel tuo habitat naturale: la fogna”. Chi è l’uomo che ho sepolto nella fogna e cosa resta di Argo. Non il padre che cercavo, mio padre anche da morto è il mio portento. Non è l’uomo che era voluto essere. La moglie l’ha reso padre senza farlo uomo. Un uomo impotente, dal potere triste. 

Babbo Natale ,stramaledica tutte le belle addormentate che fingono di non sapere di essere loro coloro che non permettono agli uomini di essere donna .

Diversamente Natale! 

(Ricevo questa lettera-racconto. Mi piace. E la pubblico).

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