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Dedico con tutto il cuore questo Ottomarzo a tutte quelle ragazze e signore che vengono qui da paesi lontani per fare “le donne” al posto nostro, che ci aiutano così tanto, che fanno una così grande compagnia a noi, ai nostri bambini e ai nostri vecchi. Con l’auspicio che non devolvano più grande parte del frutto prezioso del loro lavoro, in euro e in dollari, agli uomini che le comandano e le sfruttano, restandosene comodamente in patria a bere, scopare, e ballare il merengue doviziosamente mantenuti dalle loro donne, compagne o sorelle, che sono qui a faticare.

Ragazze, imparate, e siate libere, senza paura. Non dovete nulla agli uomini, ma solo a voi stesse e al vostro coraggio. E ancora grazie.

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