il mito di Europa raffigurato dalla tedesca Ursula

Il problema democrazia nel M5S è sempre più serio: con un “processo” sommario l’assemblea dei Parlamentari ha deciso di valutare l’espulsione dei colleghi colpevoli di avere espresso un’opinione non conforme a quella della maggioranza, e oggi la consultazione online potrebbe ratificare la sentenza.

I reati di opinione, con relativo confino, sono un classico delle dittature.

Anche del parere della rete Beppe Grillo tiene conto solo quando coincide con il suo. Inviato controvoglia alle consultazioni con il premier incaricato Matteo Renzi, nel famoso streaming il capo-comico non si è consultato per niente: giusto uno show alla Lenny Bruce. E i 4 parlamentari che hanno osato rimarcarlo rischiano l’esilio nel gruppo misto.

Non basta più che fra i 5 Stelle siano tanti i bravi e i competenti, né che molti punti di programma siano sensati e condivisibili. C’è un gravissimo problema di democrazia interna che non può più essere aggirato. Di quegli uno-che-valgono-uno, ce ne sono un paio che valgono centomila. Problema tanto più serio se è vero, come annunciato ieri da Roberto Fico, i 5 Stelle prenderanno molto sul serio le elezioni europee di maggio: “La nostra asticella” ha detto “è un voto sopra il Pd”.

Al momento i punti che mancano sarebbero 5-6 punti: secondo uno degli ultimi sondaggi, realizzato da Ipr-Ixè, il Pd è al 29.3 per cento – meno 2.5 punti, persi con la defenestrazione di Enrico Letta-, mentre crescono M5S e Forza Italia, rispettivamente al 23,7 e 22 per cento. Quanto alle coalizioni, il centrodestra risulta sempre in testa.

L’interesse degli italiani per l’Europa è sempre più scarso: solo il 41 per cento crede che la partecipazione all’UE sia un bene, e le politiche di austerità aumentano l’euroscetticismo. Al voto di maggio è prevedibile un’astensione record, che i 5 Stelle contano di contrastare stramobilitandosi in una guerra contro l’euro e l’Ue e presentandosi come un’alternativa propositiva al non-voto. Dal canto suo, Forza Italia potrà probabilmente contare sul martirologio di Silvio Berlusconi, che salvo sorprese a maggio starà scontando i domiciliari, “ingiustizia” contro la quale mobiliterà il suo popolo.

I veri problemi sono del Pd: la luna di miele con Matteo Renzi sarà fisiologicamente finita a meno che, grazie a provvedimenti dall’effetto immediato -di sicuro non basta una nuova legge elettorale, serve qualcosa che abbia a che vedere con le tasche dei cittadini-, i primi cento giorni del nuovo governo non saranno stati veramente entusiasmanti, capaci di tenere viva la “passione” e di rinnovare la fiducia. In caso diverso, tra astensione dei delusi, transfughi nei 5 Stelle e fuga a sinistra nella lista Tsipras, sarà il Pd a rischiare di più. Inutile sottolineare che quell’eventuale “voto in più” ai 5 Stelle avrebbe effetti clamorosi anche sul quadro nazionale.

Ecco perché Matteo Renzi tiene molto alta l’attenzione sull’Europa -a cui è dedicata anche la direzione nazionale del partito convocata per domani- attivando l’orgoglio-Italia.

La sfida per i 5 Stelle è notevole. Ma anche per il Pd la strada è in salita. Specialmente se Matteo Renzi non saprà ricucire le lacerazioni interne al partito e riconquistare fiducia a sinistra.  

aggiornamento ore 19.30: i 4 “dissidenti” sono stati espulsi. Molti 5 Stelle, dentro e fuori dal Parlamento, si rivoltano. Mi sa che la campagna per le europee parte malissimo.

Questo è un giro di boa, e Beppe Grillo stavolta si è fatto molto male.

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