Qualche post fa vi ho riferito quello che dice Simone Weil a proposito dei partiti, e sull’opportunità di liberarsene (“Manifesto per la soppressione dei partiti politici“, Castelvecchi). Uso il presente perché i ragionamenti della ragazza Weil (settant’anni fa) funzionano anche oggi.

Vi dico adesso che cosa lei immagina al posto dei partiti. In sostanza, libere candidature (oggi forse parleremmo di liste civiche), in cui “i candidati non direbbero agli elettori “Ho questa etichetta”… ma “penso tale, tale e tale cosa riguardo a tale, tale e tale grande problema”. Gli eletti si assocerebbero e si dissocerebbero secondo il gioco naturale e mobile delle affinità… Fuori dal parlamento, dato che esistono riviste di opinione (oggi potremmo parlare di blog, social forum, associazioni culturali etc, ndr), si creano intorno ad esse, in modo naturale, altrettanti circoli… Naturalmente esisterebbero i partiti clandestini. Ma i loro membri avrebbero cattiva coscienza… Non potrebbero fare alcuna propaganda in nome del partito… Un esame attento non sembra lasciar intravedere nessun inconveniente di nessun tipo legato alla soppressione dei partiti”.

E aggiunge Emile Chartier (Alain), commentando la proposta di Simone: “I partiti non esistono già più, dato che non fanno nulla”.

Quindi Simone salva la rappresentanza, ma facendo a meno della mediazione dei partiti. Provate a pensarci.

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