Care ragazze che arrivate sui 35 senza aver incontrato Mr Right, e con poche speranze di incontrarlo per tempo, decidete di ballare da sole e farvi il vostro bambino. Io capisco. Nessuna può capirvi meglio di me. A tante -non a tutte- a un certo punto piglia un’urgenza anima e corpo, il panico di perdere il treno, una prospettiva di solitudine davanti, perché, come si dice, gli uomini passano, i figli restano.

Quindi vedo che alla Mangiagalli di Milano una su 5 si presenta a partorire con il pancione e senza un papà. La scatola magica che fa i bambini è mia, e me la gestisco io. Io non giudico: non brindo, ma nemmeno crocifiggo. Dico solo una cosa, per quel poco che so: pensateci davvero bene, e fate in modo di non essere sole. Il rapporto madre-bambino in solitudine è ossessivo, ingiusto per il bambino e pesantissimo per la madre. Non si tratta solo di fatica fisica, ma soprattutto di rischio psicologico. Fate in modo che ci sia qualcuno, qualcuna, una famiglia di origine, un qualunque terzo che abbia l’autorità di separarvi, madre da figlio e figlio da madre. Non rischiate un loop pericoloso, e un abuso di potenza sul piccolo o la piccola. Fatelo soprattutto per la creatura, che ha molti più diritti di voi, sempre, a temperare il fatto che non può decidere nulla, è totalmente in vostra balia.

Vi prego. Riflettete bene.

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