travestiti

Dal quotidiano Metro, con cui collabora abitualmente, una riflessione della filosofa Luisa Muraro sulle trans, sul femminile e sul maschile.

Brenda era nata 32 anni fa e fu registrata con un nome maschile, perché era di sesso maschile. Dopo la sua tragica morte, ho pensato che bisognava dirlo: chi testimonia di una verità rinnegata o misconosciuta, si espone al martirio, che lo voglia o no. Le transessuali come Brenda sono le testimoni viventi di una verità misconosciuta e rinnegata: l’attrazione biologica che esercita il femminile. La potenza di questa attrazione è tale da manifestarsi nonostante la millenaria affermazione del primato del sesso maschile, da parte delle religioni, della filosofia, delle scienze, del diritto. Una mia alunna raccontò che un giorno trovò il fratello davanti allo specchio, vestito e ornato con le cose sue, di lei. Il ragazzo, sgridato, si difese: “Perché tu sì e io no?” In ogni tempo e luogo sono esistite creature umane di sesso maschile che hanno sognato di essere donne, un sogno che, nel nostro tipo di civiltà, si paga con sacrifici, sofferenze, umiliazioni. Che cosa le muove dentro? Ho parlato di attrazione biologica del femminile, ma non volevo fornire una spiegazione scientifica, volevo solo dare un nome abbastanza forte a un comportamento che sfida le convenzioni più elementari. Ho parlato anche di sogno. Come gli altri sogni, anche questo ha un fondo di verità.  Recentemente, la scienza ha scoperto che, in biologia, se di un primato si vuole parlare, andrebbe alle donne, la vita infatti comincia e ricomincia al femminile, il maschile subentra in seconda battuta. Questa scoperta, mi auguro, potrebbe aiutarci a capire quello che le trans vivono in prima persona e a renderci conto che la loro speciale esperienza ci riguarda tutti, in quanto fa luce nell’oscuro percorso del nostro diventare donne/uomini.

LUISA MURARO

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