Pensavo in questi giorni alla famiglia. Alla sua crisi oggettiva e irreversibile, e non c’è nostalgia che tenga. Alla sofferenza del “provare e riprovare“, come dice il sociologo Marzio Barbagli. Al fatto che, tolta la coppia madre-bambino (padre-bambino molto più raramente), non vi è più nulla di certo, se non la possibilità della solitudine. E anche al fatto che la solitudine è una condizione non meno oggettivamente inumana, perché un individuo umano solo fa perfino fatica a essere individuo.

La famiglia ha funzionato per alcuni millenni, ora non tiene più, e si deve prenderne atto. Mi piacerebbe che si inventasse qualcosa, un modo di vivere per gli esseri umani, che non fosse la resa dello starsene soli. Ma che cosa?

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