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esperienze, TEMPI MODERNI, tv Dicembre 10, 2012

L’X Factor di X Factor

Hey, ma cosa fai, con i casini che abbiamo ti metti a parlare di X Factor? Be’, è proprio perché abbiamo questi casini, e una da qualche parte deve tirare fuori l’energia, e la musica è uno dei modi più perfetti in cui l’energia che noi tutti siamo si manifesta.

Mi sono goduta immensamente X Factor 2012, puntata dopo puntata. Grandissimo show, visivamente e musicalmente parlando. Ma l’X Factor di X Factor è questo, secondo me: poter scoprire il talento sorgivo nella sua nudità e nella sua forza intatta, osservare come può essere forgiato, valorizzato, perfezionato dall’esperienza dei maestri -lì li chiamano vocal coach-. Essere pressoché certi che, a differenza dallla gran parte delle gare canore, con i discografici che manovrano e pilotano, lì c’è poco da “raccomandare”: e allora ti senti come un loggionista del Regio o della Scala, non sei tenuto ad avere riguardo per nessuno, se uno è bravo è bravo, se non lo è non lo è e va a casa.

Essendo grandicella sono ben consapevole del fatto che qualche particella impura non manca mai: magari qualche raccomandatello/a c’è pure lì, qualcuno che spinge non manca di sicuro. Ma la quota è fisiologica, siamo nella media occidentale, non è quel 99 a 1 del nostro Paese familista amorale, dove la domanda non è “che cosa sai fare?”, ma “come nasci?” e “a chi appartieni?”. E vale per tutte, dico tutte le categorie.

X Factor mi piace soprattutto per questo -forse perché il format è americano, e lì gli amici degli amici non possono superare una certa soglia-. Mi piace perché è uno show anomalo, con uno spirito anomalo, la famosa “meritocrazia” (Dio che termine orribile per dire la volontà di Dio).  Perché passano i più bravi e i meno bravi cadono, puntata dopo puntata. Una ragazzotta di Saonara, che sembra un posto del Giappone e invece è in provincia di Padova –Chiara Galiazzo, una di quelle voci che nascono ogni cent’anni, che ha vinto senza discussioni, sta già sbancando le classifiche e se finirà in buone mani potrebbe diventare una stella internazionale, sentitela qui e qui-, un fiol di Marostica bello come il sole che faceva il caldaista e canta come l’Arcangelo Gabriele, pulito e sincero, e che nelle mani giuste potrebbe diventare un ottimo crooner (Davide Merlin, 20 anni).

E tra i 4 giudici, Morgan a viso scoperto, il contrario di tutte le ipocrisie, una strepitosa cultura musicale da mettere in comune, una tenera e pudica ma anche esigente vena paterna con i suoi “cuccioli”.

Insomma, un gran bello show. Che dice, come sempre l’arte quando è arte, da che parte si dovrebbe andare, e come dovrebbe diventare questo Paese disperato e pieno di talenti.

AMARE GLI ALTRI, Donne e Uomini, giovani, media, scuola, tv Dicembre 6, 2012

Per i giovani, tutto

Per i

Per il suo documentario “Il corpo delle donne” (5 milioni di contatti online), la mia amica Lorella Zanardo è stata amata, odiata, celebrata, detestata, perfino un po’ perseguitata. Lì si vedeva semplicemente quello che ogni giorno vedevamo in tv: non c’era niente di diverso, se non lo sguardo. In questo caso, lo sguardo di un’italiana poco italiana e non assuefatta, grazie alla frequentazione assidua con altri Paesi. Prova del fatto che il cambio di sguardo sulle cose è tanto, è quasi tutto, e quindi che molto dipende da noi, dalla nostra volontà e dal nostro desiderio.

“Il corpo delle donne” è stato anche un libro, edito da Feltrinelli. Recentemente per lo stesso editore Lorella ha pubblicato “Senza chiedere il permesso-Come cambiamo la tv e l’Italia”, dedicato ai ragazzi. L’intento è l’educazione alla cittadinanza attiva, attraverso un uso consapevole dei media. Le chiedo di raccontarmi il cambio d’oggetto.

“Semplice” dice. “Quando uscì il documentario centinaia di docenti di tutta Italia ci chiamarono per presentarlo e commentarlo nelle  scuole. Insegnanti appassionati e responsabili, ma in qualche modo “vinti” dalla concorrenza imbattibile della tv. Ci siamo andati: qui è l’embrione di questo progetto di educazione ai media, che in altri Paesi è materia obbligatoria. Se non conosci il linguaggio dei media, a cominciare dalla tv, hai scarse possibilità di essere un cittadino attivo e consapevole.

La gente guarda moltissima tv, che resta in assoluto il primo mezzo di accesso alle informazioni. Secondo l’Istat la penetrazione è del 98 per cento. In gran parte delle case ci sono 2 o 3 apparecchi televisivi, e i programmi più guardati in assoluto sono quelli della tv generalista. Questo dà un’idea della potenza del mezzo e del livello di responsabilità. Altro dato da smentire è che i ragazzi guardino poco la tv: i bambini la guardano tantissimo, adolescenti e giovani vanno a cercarsi i programmi online. Anche la rete è invasa dalla tv.

A questi dati ne vanno intrecciati altri: il più alto tasso di abbandono scolastico in Europa, il più alto tasso di analfabetismo di ritorno -intendo gente che ormai fa fatica a leggere-, la più bassa percentuale di iscritti all’università (quest’anno c’è stato un crollo).

L’audience di tutti i quotidiani messi insieme probabilmente non raggiunge quella di una puntata di “Striscia la notizia”, 8 milioni di persone. Questo è il Paese con cui abbiamo a che fare. Questo significa non avere avuto, tra le tante altre cose, la legge sul conflitto di interessi. E nel frattempo la scuola viene messa in ginocchio.

Quando giriamo le scuole per portare il nostro corso di alfabetizzazione all’immagine, “Nuovi occhi per i media”, il cui schema è riprodotto nel manuale della seconda parte del libro, partiamo proprio dagli stereotipi di genere: qui sta l’anello di congiunzione con “Il corpo delle donne”. Questi stereotipi producono ancora disastri, in particolare sulle ragazze. In questi giorni ci tocca ancora subire lo spettacolo della valletta muta e seminuda, mi riferisco a una trasmissione di Paolo Bonolis. Fanno come se niente fosse.

Il modello è sempre quello, il vecchio maschio 50-60 enne e la ragazzina passivizzata, presentata come un oggetto, muta e senza cervello. E’ lo stesso vecchio maschio che detta legge dappertutto, in tv, in politica, nei consigli di amministrazione. Tutto il Paese, in ogni settore, è bloccato da questa figura.

Toccherebbe al Ministero della Pubblica Istruzione occuparsi di alfabetizzazione all’immagine, oltre che alla parola. C’è una grandissima domanda, a cui non corrisponde alcuna offerta. Noi riempiamo questo vuoto con i nostri mezzi. Particolarmente interessanti le esperienze che abbiamo realizzato in Toscana e in Trentino, dove abbiamo lavorato sui formatori”.

Il libro è un’ottima guida per gli educatori che vogliano acquisire consapevolezza e metodo per lavorare con i ragazzi sul linguaggio mediatico e la cittadinanza attiva. Un efficace corso di “educazione civica”, che veicola tra gli altri due importanti messaggi: il cambiamento di sguardo è un passaggio decisivo per cambiare ciò che guardi -o sei costretto a guardare-; ogni nostro atto politico oggi deve mettere al centro i piccoli -bambini e giovani, animali e piante- in una chiave di restituzione almeno parziale di ciò che la “generazione perduta” -la nostra- ha loro violentemente sottratto.

 

Donne e Uomini, Politica, tv Novembre 14, 2012

La piega di Laura Puppato

 

Maggie e Laura

In rete si discute parecchio della piega di Laura Puppato. Pare non fosse abbastanza pettinata, al dibattito Sky. Mi vengono in mente i capelli di Nilde Jotti, ricordate? Portati ostinatamente raccolti sulla nuca, con una scriminatura in mezzo. E Tina Anselmi, l’altro “faro” menzionato da Puppato, che forse si guardava nello specchio una volta l’anno.

Curzio Maltese, su “la Repubblica” di ieri, osservando che il format al Teatro della Luna sembrava un abito su misura per Matteo Renzi,  (più tweet che risposte, slogan, telefonino sul leggio che riceveva sms), diceva che era “alto, giovane e bello”, lì, sulla platea di X Factor.

Negli ultimi due decenni la confusione tra politica e spettacolo è stata assoluta. Showmen e showgirl che diventavano parlamentari, deputati e presidenti del Consiglio tirati e inceronati. Questo è vero soprattutto per i più giovani, che in effetti non hanno mai visto altro.

La bellezza è una cosa seria, lo è sempre stata, anche per un condottiero. Se il comandante Che Guevara non fosse stato tanto fascinoso, non ci sarebbero ancora poster con la sua silhouette sui muri delle camerette di mezzo mondo. Perfino Gesù nelle immaginette è ritratto come un giovane di bellezza soave.

Ma che Pierluigi Bersani e Bruno Tabacci non si presentino in tv con la chierica pittata, o che Puppato non stia troppo lì a rimirarsi e non parli per slogan come una televenditrice sono difetti solo per i loro Avatar televisivi. Una certa noncuranza per la propria immagine oggi testimonia un cambio di linguaggio, una netta discontinuità con il dannato Truman Show in cui siamo stati costretti a vivere (ricordate? va tutto bene, i ristoranti sono pieni, mentre fuori dalla bolla infuriava la tempesta).

Stiamo cercando un premier, una persona capace e responsabile che ci porti fuori di qui, non un conduttore per “Vuoi essere milionario” (se la logica è questa, allora eleggiamo quel buon uomo di Gerry Scotti e non parliamone più). In questo senso lo stile di Renzi è dannatamente vecchio, il suo linguaggio non rompe con il berlusconismo.

Facciamolo capire soprattutto ai ragazzi: è solo colpa nostra, se fanno confusione.

 

Donne e Uomini, Politica, tv Settembre 8, 2012

Costume intero

Stavolta il costume è intero, si fa notare con un certo orgoglio, neanche troppo sgambato, un po’ dive anni Cinquanta. Aggiungi un po’ di stoffa e siamo a posto. Dunque RaiUno, l’Ammiraglia, servizio pubblico, ovvero soldi nostri, dedica ben 5 appuntamenti a Miss Italia. Già visto qualcosa, giurati al tavolo in maniche di camicia, aria compresa, neanche fosse un G20, concentratissimi a scartabellare i dossier sulle candidate. Simpatiche news: tra le 101 finaliste anche Chiara Danese, parte civile nel processo Ruby 2. Intanto Sonia Di Palma, 19 anni, gia’ Miss Roma, si e’ aggiudicata il titolo di Miss Forme Morbide: una taglia 44 –44, mica 56- “portata con orgoglio e consapevolezza”.

Domani, domenica, davanti alla Rai di Milano, ore 17, l’associazione Donne in Quota organizza un flash-mob per chiedere al servizio pubblico tv “di riservare altrettanta visibilità anche ad altri modelli di donna: quelle che vanno nello spazio, scendono in miniera, siedono in cattedra e nei tribunali, coordinano ricerche, operano negli ospedali, dirigono film e aziende, fanno politica, vanno in ufficio e contemporaneamente si occupano dell’organizzazione e del bilancio familiare”. E alla nuova Presidente Rai Anna Maria Tarantola “di applicare immediatamente i 13 nuovi emendamenti sull’immagine della donna contenuti nel Contratto di Servizio Pubblico 2010/2012 sottoscritto in data 6.4.2011 tra la Rai e il Ministero dello Sviluppo Economico. In particolare l’art.9 – L’offerta televisiva in cui la Rai ha l’obbligo di produrre “trasmissioni idonee a comunicare al pubblico una più completa e realistica rappresentazione del ruolo che le donne svolgono nella vita sociale, culturale, economica del Paese, nelle istituzioni e nella famiglia”.

Non basta il costume intero. Servono donne intere.

Che la Rai non si occupi più di Miss Italia sarà forse impensabile –per me è pensabilissimo-. Forse il nuovo Cda, insediatosi nel luglio scorso, non avrebbe avuto il tempo materiale per ripensare la questione. I palinsesti erano già fatti. Certo è che la neopresidente Anna Maria Tarantola è stata molto chiara, e da subito: “la donna così come è presentata in tv mi piace poco”. Anche lei sente la necessità di rappresentare le donne normali, con le loro “capacità, competenze e professionalità che possono e devono emergere». E «bando alla chirurgia plastica» (oddio, e tutte quelle poveracce che si sono sfigurate per stare in video?).

E’ un peccato che le neoconsigliere Luisa Todini e Benedetta Tobagi, e in particolare quest’ultima, per la cui elezione il sostegno di Se Non Ora Quando è stato decisivo, non abbiano colto l’occasione di Miss Italia per dare un segno della loro presenza e della loro differenza. Il simbolico non ha bisogno di tempo. Basta davvero poco, basta un gesto libero, una piccola invenzione politica per produrre grandi cambiamenti.

Non è solo questione di rappresentazione. Fatta salva la serietà del brand Mirigliani, che magnifica Miss Italia come “fatto sociale” ed “evento nazional-popolare che coinvolge milioni di persone” (!), i concorsi di bellezza alimentano un gigantesco indotto di illusioni, nonché i conti correnti di decine di imbroglioni che improvvisano agenzie di casting, promettendo alle ragazze e alle loro scellerate madri un luminoso futuro on stage. Previo pagamento, cash o anche altro.

Ragione in più perché le amiche consigliere diano un segno di sé: c’è ancora tempo. Altrimenti è inutile combattere per una donna in più e un uomo in meno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Donne e Uomini, Politica, tv Luglio 2, 2012

Alcune domande (di Lorella Zanardo) a Snoq

Riposto qui la lettera di Lorella Zanardo a Se Non Ora Quando.

Caro Comitato SNOQ
abbiamo bisogno che ci spieghiate il ruolo di SNOQ. E’ importante ed è urgente. Tra poco ci sono le elezioni e vorremmo capire come muoverci in futuro, che tipo di forze stanno mettendo in campo le donne e quanto siano condivise.
Ve lo chiediamo con la modalità che contraddistingue le relazioni vere e franche,non quelle artefatte della politica atttuale. Chiediamo per capire e non per polemizzare.

Perchè SNOQ ha proposto questi 6 nomi per il CdA RAI? Benedetta Tobagi, Dacia Maraini, Chiara Saraceno, Lorella Zanardo, Flavia Nardelli ed Evelina Christillin.

Quali sono state le ragioni? Avete valutato i cv? Li avete esaminati? Avete valutato quanto e come queste donne sono in relazione alle altre donne? Quanto inciderebbe la loro presenza nel CdA RAI?

In molte riteniamo che il MERITO sia la prima qualità da valutare per una posizione e sarebbe una grande novità positiva da far entrare in politica, sinora dominata da altri criteri, nessuno di questi utile ad innescare reli cambiamenti.
Oltre al MERITO è importante segnalare donne che si siano efficacemente distinte per avere lavorato alla promozione delle altre donne.
Nella vostra ultima conferenza stampa avete poi dichiarato che chiedete che il CdA Rai rispetti il 50 e 50 per cento. Non basta.

Ci sono molte donne in Italia, che lavorano su temi inerenti la promozione delle donne. Ci aspettiamo che promuoviate queste donne. In altro modo mi chiedo con che desiderio ci uniremo a voi per discutere, per portare avanti iniziative se poi alla prova dei fatti SNOQ non ci sostiene. IL sostegno è fondamentale se si vuole incidere realmente.

Ci chiediamo anche perchè non utilizziate il bacino delle vostre numerosissime sezioni sul territorio, così ad esempio:

-si fa un appello alle donne di tutte le sezioni snoq e anche di altre associazioni e le si invita ad inviare CV PERTINENTI ad una certa posizione

-si leggono i cv e si scelgono i migliori in base al MERITO e COMPETENZE. Non è difficile, tutte le aziende funzionano così

– si segnalano questi nomi a chi di dovere

In questo modo si promuovono le donne per MERITO e al contempo si inseriscono in alcuni posti chiave le DONNE che LAVORANO per le DONNE.

Ripeto, in altro modo vorremmo capire perchè in moltissime dovremmo dedicare gran parte delle nostre vite e del nostro tempo a campagne come MAI PIU’ COMPLICI, se poi i frutti di questo immane sforzo vanno a premiare donne che non sono in rete con le altre donne? Che Garanzia ci danno queste donne se elette, di promuovere la situazione delle donne in Italia? Non è più tempo di lavorare nelle retro guardie, troppa fatica e risultati portati a casa a costo di durissimi sacrifici. E’ ora di occupare posizioni che ci diano modo di intervenire sulle decisioni che regolano la vita delle donne.

L’immagine che vedete è la copertina di Panorama di questa settimana. Il ruolo di sottomessa è quello maggiormente proposto dalla televisione italiana. Le ragazze vengono prfondamente influenzate da questo modello che è più facile da seguire di altri di cui non c’è traccia in TV. Noi da anni lavoriamo prchè questo non accada.
Le donne del CdA RAI devono sentire come un dovere occuparsi anche di questi temi, non basta scegliere un nome accettabile. Ci vogliono donne competenti sul tema televisivo, che sentano l’impegno etico di riportare la RAi alla sua funzione di TV pubblica. Non è più ammissibile scegliere con le logiche della vecchia politica.

Sono temi molto seri. I ragazzi e le ragazze si aspettano decisioni coraggiose da noi. Impegno e, ripeto, coraggio.
Giochiamo a carte scoperte, come si fa nelle organizzazioni e come non si fa in politica. Perchè le candidature devono essere sempre preparate dietro le quinte? Sfatiamo questa pratica vetusta e miserabile. Che si faccia avanti chi ha le competenze reali e dimostri desiderio di lottare. La TV è il più potente agente di socializzazione, dalla TV molti ragazzi e molte ragazze imparano. Migliaia di docenti sono allarmati e  chiedono aiuti che la scuola non riesce oggi a fornire. Servono persone competenti. Servono persone in grado di incidere. Questo è il link alla lettera che 50 psicologi sociali di molte università italiane hanno inviato in Commissione per sostenermi. Non persone qualunque. Sono docenti che studiano e  scrivono di come questa nostra TV provochi danni misurabili alle ragazze.

Martedi 3 pare si voti il CdA, pare ci sia posto per una nuova candidatura donna oltre a quelle già decise non in base al merito. Confidiamo che le logiche siano trasparenti e lontane dai giochi dei partiti, si chiamino PDL o PD, poco conta. Più di tutto serve responsabilità. Grazie.

 

A quanto scrive Lorella, io aggiungo questo:

Ribadisco quanto già espresso in più occasioni: si sta votando per un CdA, non per elezioni politiche. E’ necessario sapere amministrare. E’ necessario conoscere la tv, guardarla quotidianamente, avere idee molto precise sul da farsi. E’ necessario, per quello che riguarda le donne da indicare, scegliere donne che abbiano lavorato accanitamente per-e-con le donne. Il nome di Lorella Zanardo risponde a queste domande. Il CdA Rai sembra un abito tagliato su misura per lei. Ci sono senz’altro ragioni -tortuose e politicanti- per le quali il suo nome non è sostenuto con la forza necessaria. Ma se il suo nome non dovesse passare, si dovrà essere in grado di spiegare con grande chiarezza il perché -per esempio perché non lei, e magari un’altra che a queste tre domande non risponde affatto, o solo in parte-, alla “società civile”, quella vera, che l’ha ampiamente sostenuta, e al resto del mondo, dagli Usa al Giappone, per cui Lorella, piaccia o meno, è un simbolo della lotta delle donne contro il maschilismo feroce e ingiusto di questo paese. 

Tenendo conto anche del fatto che l’elezione del CdA Rai costituisce per le donne una prova generale di quanto capiterà alle elezioni politiche.

 

Qui l’ultimissimo post di Lorella Zanardo.

Donne e Uomini, Politica, tv Giugno 18, 2012

#Zanardoinrai: solo per dire…

 

Solo per dire questo, amiche e amici: che questa candidatura di Lorella Zanardo in cda Rai ha catalizzato un po’ di tutto. Umori, malumori, visceralità ma anche “format” politici molto interessanti, in particolare per le donne, ha chiarito la profondità dell’enorme desiderio di partecipazione, ha delineato il profilo di un’idea diversa e più piena di cittadinanza. E tutto attorno a una posizione non così significativa: in fondo si tratta solo di un cda, attorno al quale non si è mai visto alzarsi un polverone simile.

Non c’è solo un simbolico da scrutare -quello che Lorella rappresenta in Italia e nel mondo, che il suo docu e i suoi contenuti piacciano o meno, e che la rende una candidata decisamente sui generis, e in particolare la candidata perfetta per Se Non Ora Quando (anche se la speranza è che insieme a lei entrino altre: i curricula sono tutti ottimi). Resterà, una volta chiusa la partita (è questione di ore), un calderone in cui scandagliare, perché dentro c’è un sacco di roba interessante, materiale da costruzione.

Solo un’osservazione: mentre sul corpo di Zanardo si è consumata una battaglia all’arma bianca, sugli altri curricula, in stragrande parte maschili, attenzione quasi-zero. Potrebbe essersi candidato Landru, o Jack lo Squartatore, ma non importa niente a nessuno.

Di tutto il resto parleremo dopo.

P.S. Al mio endorsement, insieme alle Blogger Unite(D), a quello di Gad Lerner, di Lidia Ravera e di molti altri, che avrete già visto, si aggunge ora quello ottimo di Annamaria Testa.

P.P.S, ancora più importante: su Repubblica di oggi è scritto che Zanardo “ha fatto arrivare il suo nome sul tavolo di tutti”. Informazione non corretta: Lorella Zanardo ha inviato il suo curriculum solo all’associazione Art. 21 e alla Commissione di vigilanza Rai. Non ha richiesto l’appoggio di partiti né di alcun altro. Ha rifiutato ogni richiesta di intervista. Il grande sostegno che sta ricevendo è spontaneo e del tutto “civico”.

Donne e Uomini, Politica, tv Giugno 12, 2012

Cda Rai: io sostengo Lorella

(foto di Laura Albano)

Per come la conosco, so che sarebbe una specie di condanna a morte. Ma anche stamattina, così come ieri mattina -in una logica inaudita: donna sostiene donna– l’ho chiamata per pregarla di non tirarsi indietro, nel caso qualcuno glielo chiedesse, .

Lorella Zanardo nel cda Rai sarebbe una botta di vita -non per lei, lo so: per la Rai-, sarebbe la possibilità di un servizio pubblico ricondotto alla sua mission. Non c’è solo il lavoro fatto con “Il corpo delle donne” e quello per le scuole, “Nuovi occhi per la tv”. C’è anche la sua vita precedente di manager, competenza che non guasta.

Nelle scorse settimane “Articolo 21” e “Moveon” hanno chiesto ai lettori di inviare i loro suggerimenti per nomine davvero indipendenti alla Rai, e Lorella ha raccolto migliaia di preferenze, a cui aggiungo la mia. Il Pd ribadisce che, contro la logica della lottizzazione, non proporrà “suoi” nomi per il Cda. Ottimo. Ciò non toglie che il Pd potrebbe, in una logica di ascolto e di attenzione, esprimere il suo favore attivo per questa candidatura, nata davvero -come si dice, con quell’orribile espressione- dal “basso”. Meglio, dal cuore dei cittadini che si muovono.

Prego anche Se non ora quando e le associazioni femminili, compresa la Fondazione Bellisario, di muoversi in questo senso, e rapidamente: si deciderà a ore. Potrebbe essere la prova generale di un “format” che a me piace molto: tutte che ci muoviamo per sostenere una. Non come una lobby, ma come molto di più, in una logica di patto di genere.

Sarebbe un grande guadagno per tutte.

Lorella alla Rai! Condividete.

#zanardoinrai: twittate!

postato anche da

Loredana Lipperini

e ne scrive qui anche Giovanna Cosenza

e Giorgia Vezzoli

BLOGGER UNITE(D)

Corpo-anima, Donne e Uomini, TEMPI MODERNI, tv Marzo 13, 2012

Il corpo nudo di una donna

Il corpo nudo della donna è così bello. E’ la madre in cui siamo nati, è il giardino a cui tutt*, donne e uomini, vogliamo tornare.

Il profumo del seno, il tepore del grembo, la dolcezza della bocca.

Il corpo nudo bello e buono della ragazza che ci ha partorit* e nutrit*, ritratto ossessivamente dall’arte, fin dalle Dee madri e dalle Veneri primitive.

Quel corpo che le donne ritroveranno nel proprio, e gli uomini cercheranno e ricercheranno con struggimento.

Il senso di morte del corpo sacro esposto per alzare l’audience, per fare aumentare i fatturati, per fare crescere il desiderio e riempirlo di cose, automobili, schiume da barba. Ridotto a merce fra le merci, mortificato e depotenziato.

E’ la cosa più blasfema che si possa immaginare.

Altro che moralismo e bigottismo. Si dovrebbe avere paura dell’inferno.

(hey però, guardate qui -e fino alla fine, dura un minuto e mezzo-: sentite cosa dice questo giovane rapper!)

 

 

 

Donne e Uomini, esperienze, tv Marzo 11, 2012

Eva contro Eva. Tanto per cambiare

 

 

 

 

L’ho visto su Youtube, e mi ha molto turbato. Luisella Costamagna era al debutto della sua nuova trasmissione, e voleva graffiare.

Si è fatta male lei. E ha fatto male a tutte.

Non ho mai granché amato Mara Carfagna, la ministra più bella del mondo. Troppe ombre sulla rapidità della sua carriera, in un Paese tanto misogino. Inutile fare finta che non sia così. Soprattutto, una performance politica scarsa.

L’avevo intervistata -al telefono- poco prima che diventasse ministra, e avevo saggiato la sua inconsistenza politica. Tra molte ombre anche qualche luce, però, qualche scarto di autonomia, in una donna che doveva quasi tutto agli uomini,  anzi, a un uomo solo.

E tuttavia, se l’avessi affrontata in un pubblico dibattito, avrei riflettuto empaticamente con lei su questo, il “dovere agli uomini” per farcela a questo mondo, la fatica di muoversi senza un maschio alfa di riferimento: cherchez l’homme, se poi sei carina non parliamone, e Costamagna lo sa benissimo. L’avrei accompagnata a tirare fuori la sua propria rabbia per questo, perché certamente, in una così fiera -lo si è visto, ieri sera- un po’ di rabbia contro gli uomini da qualche parte c’è. Mi sarei posta sì come sua avversaria politica, ma offrendole il rispetto che si deve alla nemica.

E invece Luisella Costamagna si è lasciata prendere la mano dai cattivi sentimenti, non ha tenuto le redini del dibattito, si è assunta la parte della “perbene” contro la “permale”. Ha fatto vincere gli uomini, che su queste relazioni invidiose fanno conto da sempre. (ne parlano  anche Giovanna CosenzaLoredana Lipperini)

Venivo da una presentazione del mio libro, avevamo parlato di compassione per le invidiose -e per l’invidia che c’è in noi-, retaggio ancestrale di millenni di penuria, in cui siamo stato costrette a strapparci l’una con l’altra l’osso spolpato che ci veniva lanciato dal dominus, e del fatto che restare nell’invidia è perpetuare una miseria che oggi, grazie alla lotta di tante, non c’è più. Che si deve essere saper essere grate all’altra, e non perdere mai di vista il nemico principale.

Ho visto quel dibattito, e sono rimasta pietrificata dallo sconforto.

Donne e Uomini, media, Politica, tv Febbraio 18, 2012

A tutte le blogger italiane

A tutte le blogger (e anche ai blogger di buona volontà).

Penso a Lorella Zanardo, alla 27a ora, a Loredana Lipperini, alle tantissime che fanno uno straordinario lavoro sulla rete (ma sui giornali hanno pochissima voce): ogni giorno nasce qualcosa di nuovo tra le donne online, su Facebook e su altri social network, tanto che non è possibile seguire tutte, ed è un vero peccato.

La farfalla di Belen inquadrata in primo piano e in primetime (e i manifesti di Miss Patata affissi nelle nostre città, l’ex presidente dell’Ordine dei Giornalisti e attuale vicepresidente del Salone del Libro di Torino Lorenzo Del Boca che pubblica culi sulla sua pagina Fb, tanto per dirne solo alcune) dimostra che la “dignità delle donne” non interessa più a nessuno, e che l’alto monito del Presidente della Repubblica ai giornalisti è caduto nel vuoto.

Caduto Berlusconi il machismo della nostra politica, delle nostre istituzioni, dei mass media sopravvive intatto, e torna impunemente a manifestarsi all’inizio di quello che sarà un anno cruciale per le donne di questo Paese.

Nel 2013 si va al voto. Verosimilmente il numero dei posti nelle nostre istituzioni rappresentative diminuirà (è già così per gli enti locali): tradotto, altro che 50/50, vuole dire che la rappresentanza femminile, già scandalosamente esigua, rischia addirittura di diminuire.

Il 13 febbraio i partiti l’hanno già serenamente archiviato.

Una rappresentazione indegna delle donne e del loro corpo e il ricorso a stereotipi umilianti non è sono solo terreno di coltura di misoginia e violenza, ma svolgono anche la preziosa funzione di tenere le donne al loro posto, negando la loro forza e la loro competenza, indebolendole e infiacchendole.

Tutte noi blogger, insieme pur nelle differenze che resterebbero intatte, possiamo costituire la punta di diamante della resilienza a questo meccanismo misogino, vigilando, analizzando, attivandoci insieme per denunciare, stigmatizzare e anche punire, sottraendo consenso.

Questa unità di analisi e di intenti che si è espressa spontaneamente nel caso della squallida vicenda di Sanremo (vedi i post di 27a ora online e sul Corriere cartaceo, Flavia Perina oggi su Il Fatto, i miei post e molto altro), dimostrazione che ci siamo, e che ci muoviamo nella stessa direzione, sarebbe enormemente potenziata da un coordinamento attivo, che ci veda muoverci insieme sui temi rappresentazione /rappresentanza, strettamente interconnessi.

Insieme possiamo moltissimo.

Attendo di sapere che cosa ne pensate. Diffondete, se ritenete.

Buon lavoro, e gratitudine per tutte.

Aggiungo qui una precisazione che può essere utile: non si tratta di costituire una nuova rete. Si tratta solo che alcune di noi, che ritengono cruciali le questioni rappresentazione/rappresentanza (viste nella loro connessione) e che ne scrivono singolarmente, adottino una firma collettiva per postare sull’argomento,  proponendo ai propri lettori e condividendo in rete e nei social network come abitualmente facciamo da singole. Si tratta di unire periodicamente le nostre firme e i nostri “pubblici” per dare maggiore forza a opinioni, riflessioni ed eventuali iniziative. Alcune esperienze di questo tipo nel recente passato (per esempio il lavoro condiviso tra Lorella Zanardo e me su Expo, che ha avuto risonanza internazionale, dall’Australia alla Spagna, e ha costretto il segretario generale del Bie a un pubblico impegno) ci incoraggiano in questo senso. E’ una cosa in più, non “invece di”, che si aggiunge e si connette al fitto lavoro della rete.

Oltre a Lorella Zanardo e Loredana Lipperini, aderiscono all’idea Giovanna Cosenza, Manuela Mimosa Ravasio e altre (daremo al più presto l’elenco completo, mi scuso se non sono in grado di farlo ora, e preciseremo il “format” dell’inizativa).

Chiunque sia interessata si faccia viva. Grazie.