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Li ha uccisi perché non voleva più avere figli. Dominique Cottrez, quarantasettenne di Villers-au-Tertre, piccolo Paese nel nord-est della Francia, ha confessato l’omicidio di otto figli neonati, rinchiusi in sacchi di plastica e nascosti per anni, fino al recente ritrovamento. La donna ha raccontato di aver nascosto le gravidanze al marito e di aver fatto tutto da sola: dopo due gravidanze difficili – la coppia ha due figli di 21 e 22 anni – lei non voleva più bambini, ma nemmeno prendere contraccettivi. Al momento agli arresti domiciliari, rischia l’ergastolo; il marito, Pierre-Marie Cottrez, che ha affermato di non essere mai stato al corrente né delle gravidanze né degli omicidi e discolpato dalla moglie, è ora libero, ma resta a disposizione degli inquirenti come testimone assistito. Gli omicidi sarebbero stati compiuti tra il 1989 e il 2007.

Ognuno, da questa storia allucinante, può trarre le conclusioni che ritiene. Io mi faccio una domanda, anzi, più d’una: come può un uomo che da oltre un ventennio vive insieme a una donna non rendersi conto del fatto che lei è incinta (non una, ma otto volte, una volta l’anno: quindi lei era costantemente incinta)? Come può non sapere che avendo rapporti sessuali con una donna in età fertile senza ricorrere a contraccezione le probabilità di concepire sono piuttosto alte? Come possono marito e moglie condividere così poco, pur avendo una vita sessuale a quanto pare alquanto attiva? Perché lei non gli ha mai detto nulla? Perché non ha preso la pillola? Perché almeno non ha abortito? Come mai desiderava tanto vivere le gravidanze? Non avevano, questi due disgraziati, parenti, amici, o almeno vicini di casa che potessero rendersi conto di quello che è capitato otto volte in otto anni?

In sintesi: come si fa a vivere vite talmente infelici?

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