Vincenzo Visco a “Italia Possibile”

L’economista Vincenzo Visco è stato più volte ministro, in particolare ha guidato il Ministero delle Finanze durante il governo Prodi, ed è noto ai più per la sua attenzione continuativa alle questioni del fisco e dell’evasione, problema endemico italiano.

Nel suo intervento all’ “Italia Possibile” organizzata ieri a Verona dal movimento fondato da Pippo Civati, ha delineato un intero programma di governo (qui tutte le relazioni, quella di Visco a partire da 1.28.25).

In particolare, pur riconoscendo la necessità di infondere fiducia ai cittadini con messaggi positivi -come quelli diramati durante il week end della Leopolda-Vincenzo Visco ha invitato il governo a “non mentire oltre un certo limite, perché se la rappresentazione che viene data è troppo diversa dalla realtà il rischio di contraccolpi è rilevante, anche dal punto di vista del consenso”.

Con flemma british il professor Visco ha ragionato sui numeri del nostro declino, stigmatizzando una politica “orientata al perseguimento di un consenso a breve periodo” e dimostrando la necessità di “un programma pluriennale coerente”. “Le risorse” ha detto “sono scarse. Ma potrebbero essere utilizzate meglio… Un intervento di riduzione delle imposte è possibile sono in un contesto di recupero dell’evasione fiscale, che si può fare in tempi ragionevolmente brevi e anche con interventi non dirompenti” con l’obiettivo di riportare in cassa fino a 60 miliardi in tre anni.

Al riguardo “c’era stata un’apertura di Renzi prima della legge di stabilità, ma poi si è deciso di non farne nulla. Qui, dunque, c’è un problema politico. L’evasione di massa costituisce almeno 9 punti di Pil, e riguarda molti milioni di elettori. Certo, se l’obiettivo” ha detto Visco “è prendere i voti alle prossime amministrative, è chiaro che si preferisca detassare la prima casa. Ma così si va a fondo insieme al Paese”.

Visco ha poi elencato una serie di interventi pubblici a redditività assai più alta rispetto a quella delle detassazioni demagogiche -dalla riconversione energetica degli edifici pubblici, al risanamento del territorio, alla banda larga-:Le cose da fare” ha detto “sono chiare”. Quello che manca è la volontà politica di farle. Serve per questo, ha concluso, “una classe dirigente competente, onesta, colta, consapevole, capace di agire e disinteressata”.

Un passaggio, quest’ultimo, che mi ha particolarmente commosso, avendo ben presente -vista da vicino- la nostra classe politica in grandissima parte incompetente, miracolata, maneggiona, incolta, incapace di visione, e preoccupata unicamente del proprio interesse e della propria rielezione a vita. Forse sarebbe questo il primo problema da affrontare, ma una legge elettorale che garantisce l’eterno ritorno dei nominati non aiuta.

Non dico, come Papa Francesco, che la politica debba essere “il martirio quotidiano di cercare il bene comune”. Ci andiamo molto vicini, però.

Ascoltate Visco, e se avete tempo tutto quanto lo streaming.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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