un modello in stampa 3d della stilista Iris Van Herpen

Mentre al governo si litiga su tutto, dalla stramaledetta Imu alla presidenza della Convenzione per le riforme, il mondo va avanti imperterrito, e oggi ho visto una cosa davvero straordinaria: una stampante “povera”, costruita con quattro assi di legno e poco più, capace di produrre oggetti alla velocità del desiderio.

Nella dimostrazione pubblica, un bicchiere “tessuto” con la pazienza di un ragno, sottilissimi fili di materiale plastico a costruire prima il fondo e poi il corpo, una ventina di minuti per realizzarlo sulla base di un progetto contenuto nel software, cervello della rudimentale stampante 3d. Qualcosa che sembra nascere dal nulla, una meraviglia da Wunderkammer.

A quanto pare grazie alle tecnologie digitali, e con attrezzature low cost -la stampante 3d che abbiamo visto in funzione si può costruire da sé, con un kit da un migliaio di euro- chiunque può dare forma a qualunque oggetto, con materiali che vanno dalla plastica ai metalli all’argilla e al legno. E se un oggetto unico che ho costruito piace a un amico californiano, è sufficiente che gli invii il file via email e potrà riprodurlo in tempo reale: una sedia creata a Torino è stata riprodotta identica in un fablab (le officine superspecializzate dei maker) di Helsinki.

Carichi il modello 3d, scegli i materiali, ed è fatta.

Esistono già anche stampanti meno artigianali per il grande formato con le quali, per esempio, è stata relizzata una bicicletta in un blocco unico. La magia ha già consentito di produrre mattoni, scarpe e altri accessori, abiti (come quelli della stilista olandese Iris Van Herpen). Ci sono poi le straordinarie sculture on-demand del fiorentino Enrico Dini. Esiste anche una Wikihouse per costruire case.

Ci si può stampare una casa, mentre “loro” discutono di Imu.

Meraviglie illustrate da Enrico Bassi del FabLab Officine Arduino e da Giorgio Olivero di ToDo al Capri Trendwatching Festival, organizzato dalla Fondazione Capri -titolo della terza edizione: “Segnali di futuro. Compro, dunque sono?”.

Domani la seconda giornata, ricco programma concluso da una lectio di Zygmunt Bauman dal titolo “Consuming for life, or to death?”.

Vi tengo aggiornati.