Nel suo primo discorso da sindaco, ieri Giuliano Pisapia ha parlato di seri problemi di bilancio, e della necessità di sobrietà e rigore. Ma anche tra le varie promesse di Pontida c’è quella della riduzione dei costi della politica. Che nel nostro sultanato sono mostruosamente lievitati, mentre noi tutti tiriamo la cinghia. Leggere qui, ne ha parlato qualche giorno fa Sergio Rizzo sul Corriere:

http://www.corriere.it/politica/11_giugno_18/costi-politica-rizzo_ceae1716-9975-11e0-872e-8f6615df4e68.shtml?fr=box_primopiano

C’è anche la questione dei vitalizi, rendite a vita per parlamentari e assessori regionali. Il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha chiesto al segretario del Pd Bersani di “dimezzare i parlamentari ed eliminare i vitalizi per i consiglieri regionali e i parlamentari”. Bersani sembrerebbe oggi orientato ad assumere la questione: i rappresentanti del popolo hanno diritto a un vitalizio quando hanno passato almeno 5 anni in Parlamento. Con il minimo dei versamenti, appunto 5 anni, gli ex parlamentari hanno diritto, a partire dai 65 anni di età, a un assegno vitalizio di 2.500 euro al mese.

Ma solo qualche mese fa, settembre 2010, una proposta di taglio presentata dal deputato dell’Idv Antonio Borghesi è stata respinta dalla Camera in modo bulgaro. “Le persone normali” ha detto Borghesi “devono lavorare 40 anni per avere diritto alla pensione. Ai parlamentari bastano cinque anni. Per abolire questo privilegio, io avevo previsto che i contributi di Camera e Senato potessero finire agli enti previdenziali di appartenenza. La Camera ha respinto la proposta a grandissima maggioranza”. Su 525 presenti, 22 hanno votato a favore del disegno di legge e 498 contro.

C’è sempre tempo per cambiare idea. Vale anche per i parlamentari del Pd.

qui come hanno votato i parlamentari: http://parlamento.openpolis.it/votazione/index/id/33629/sf_highlight/vitalizio