Una pausa di dolcezza e di fiducia, in mezzo a tante lotte.

Le parole dei piccoli. Sempre così unsophisticated, prossime all’essenza delle cose, ancora impigliate nella materia della nascita.

Bambini a cui “Terre di Mezzo”, editore e onlus, ha fatto incontrare una dozzina di scrittori -Silvia Ballestra, Gianni Biondillo, Marco Missiroli e altri –nell’ambito di La grande fabbrica delle parole”, progetto sulla scrittura creativa, sul modello di “826 Valencia”, coordinato da Dave Eggers a San Francisco, di “Fighting Words” a Dublino (Roddy Doyle), di “Ministry of Stories” a Londra (Nick Hornby).

Location milanese, l’anfiteatro della Martesana, zona via Padova, il posto più multiculturale della città.

Il libro tratto dall’esperienza, “Ma tu quanti libri scrivi in una settimana?”, curato da Francesca Frediani,  raccoglie le interviste dei bambini agli scrittori: rarissimo caso in cui le domande sono più avvincenti delle risposte. Eccone una scelta:

“Ma scusa un attimo, se il libro l’hai scritto tu, perché è l’editore che deve decidere se pubblicarlo?”. “La vita da scrittrice a te ti piace?”. “Quale è stato il tuo peggiore libro?”. “Fai libri di paura?”. “Se diventassi ricchissima scriveresti ancora libri?”. “Io vorrei scrivere una storia su un pesce ma non mi viene un’idea speciale per il protagonista”. “Ma quindi tu ascolti le storie prima di scriverle?”. “Ce l’hai Facebook?”. “Sei mai stato bocciato?”. “Hai mai visto partite della Juve?”. “Capita che giri, giri e non trovi ispirazione?”. “Devi avere dei gran nervi saldi?”. “Ma chi ha scritto i libri dei draghi? Se li metti tutti insieme fanno una pila altissima!”. “Hai un buco nella felpa?”. “Ti è capitato di rovinare il quaderno mentre scrivi, magari rovesciandoci su qualcosa?”. “Scrivi spesso di quando eri piccolo?”. “Che cosa succede ai libri che nessuno compra?”. “Fai il lieto fine, di solito?”. “Ai bambini piacciono i tuoi libri?”. “Ti è mai venuto il blocco dello scrittore?”. “Ma lo scrittore non guadagna niente?”. “Bisogna finirle per forza, le storie?”. “Quando scrivi al computer ti fanno male le mani?”. “Ma tu scrivi anche i libro dei compiti?”. “Come avresti intitolato il primo libro del mondo?”. “Ti è successo di scrivere un libro e piangere?”.