Li vedrete anche voi, immagino, certi che parlano da soli per la strada o in macchina, in coda al semaforo, e magari si agitano, sbraitano, gesticolano. “Poveretto. E’ pazzo”: ci casco ogni volta, prima di intravedere l’auricolare del telefonino. Una delle cose che si impara praticando le varie tecniche di rilassamento è questa: se è vero che quando siamo sotto stress la respirazione si fa “alta” e corta, è vero anche il contrario, che ampliando e “abbassando” il respiro, riportandolo nell’addome, gli effetti dello stress si riducono. Comportandoci come se fossimo rilassati finiamo per rilassarci sul serio.
E’ un principio molto interessante, che forse può essere esteso. Comportandoci come se credessimo, diceva Blaise Pascal, finiremo per credere. Comportandoci come se fossimo buoni, finiremo per esserlo. Il nostro cervello è plastico, accoglie ogni input, si conforma docilmente alle abitudini. All’inizio si fa un po’ di fatica, poi viene naturale. La cosa però può valere anche nel male. Tornando a quelli che parlano da soli per la strada: comportandoci come dei pazzi, finiremo per diventarlo. E circondati da tutti questi “pazzi” finiremo per sentirci in un grande violento manicomio.
Non che io sia antitecnologica: quello degli auricolari è un esempio come un altro. Ma c’è una sciatteria dei gesti quotidiani, una disattenzione a quello che facciamo, a come ci offriamo allo sguardo degli altri, a come ci muoviamo nell’ambiente che abitiamo, che può avere rimarchevoli conseguenze. Seminare rifiuti per strada può comportare una piccola infelicità per tutti quelli che passano. Uno sguardo ostile a chi siede di fronte a noi sul tram può comportare una microfisica cascata di effetti negativi. Siamo legati gli uni agli altri, che ci piaccia o no. Però, come dicevo sopra per il respiro, vale anche il contrario. Comportandoci come se ci amassimo –curando la strada dove cammina anche l’altro, offrendo un sorriso e un gesto di attenzione, mettendo garbo nei nostri gesti- forse finiremo con l’amarci sul serio.
Credo sempre di più in questa politica che abbiamo a disposizione, e nei suoi effetti rivoluzionari.
(pubblicato su “Io donna”- “Corriere della Sera”)