Ci penso e ci ripenso a questa ragazza di vent’anni, Ilaria Pagliarulo, ultima vittima di femminicidio -almeno fino alle 9 di stamattina, in media ce n’è una ogni due giorni***-.

Non lo faccio mai, mi sembra una violazione, ma stavolta sono andata a guardare la sua pagina Facebook, ho sbirciato tra le sue foto. Le piaceva Eminem, poi c’è una serie di immagini di lei molto dark, forse era Halloween, parole d’amore, piccole trasgressioni, malinconie, insomma una ventenne, nata a Erba, cresciuta a Como, trasferita a Statte (Taranto) probabilmente per ragioni familiari.

cambiamento totale,ascoltare la musica napoletana,e invece prima ascoltavo il metal. Si cambia nela vita”.

Non le piaceva stare lì, rimpiangeva il lago, i suoi amici.

“alla maggiorparte penso,xke sn al sud se su a como stavo bn,senza pensieri,senza paure e senza problemi.caxo voglio scappare via di qua”. “mizega ke palle,a casa senza u cor mi,ce noia. Mi manca como,ragashish mi mancate tutti”.

Una dichiarazione d’amore che sembra un sonetto:

“cm sto buon cu te,si ttt cos x me.ser il bene ke mi fa bn,cu te vogl viver.io sl a te vogl,sta vita e bell cu te,i basc tui sn carnali e fan ben al anima.io e te,cuore contro cuore.io e te,favola d’amore.io e te,nui nun putim mai perdr.io e te,cielo e universo.io e te,sim sempr i stess.io e te,siamo una bomba d’amore”.

Quasi certamente era per quel ragazzo, Cosimo De Biaso, con cui viveva da qualche mese nella vlletta di Statte, al piano di sotto -sopra, leggo, stava la padrona di casa insieme alla mamma di Ilaria, che le faceva da “badante”-. Quel ragazzo, 24 anni, a quanto pare la menava e la maltrattava da tempo. La sera di domenica 15 settembre lui le ha sparato, la pallottola ha perforato un rene.

Ilaria non dice niente a nessuno, cerca di tamponare l’emorragia, se ne va a letto sanguinante e dolorante. La mattina dopo -come in un film dell’orrore- lui le spara nuovamente, perforandole un polmone. Stavolta Ilaria avvisa la madre, arriva l’ambulanza, Cosimo spara altri due colpi, contro l’auto che sta trasportando Ilaria all’ospedale, e contro la madre della ragazza. Ilaria muore dopo una settimana di agonia.

Stavolta pare che ci sia poco da capire. Lui aveva già fatto varie stramberie, è stata disposta una perizia psichiatrica. Secondo il gip Pompeo Carriere, che ha convalidato l’arresto, avvenuta alcuni giorni fa, De Biaso «ha dimostrato di essere soggetto portatore di una spiccatissima e assolutamente allarmante inclinazione alla violenza» e di non avere «scrupolo di utilizzare con disinvoltura armi da fuoco». O invece no, invece, come quasi sempre, anche in questo caso il femminicida è perfettamente sano di mente.

Da capire certamente c’è lei, questa ragazza di vent’anni nata e cresciuta al Nord e trasferita al Sud che si lascia malmenare per mesi dal ragazzo che ama tanto, continua ostinatamente ad amarlo, gli perdona proprio tutto, lo copre anche quando lui la ferisce gravemente, chiede aiuto solo alla seconda pistolettata, per puro istinto di sopravvivenza.

Se si fosse fatta aiutare subito, Ilaria sarebbe ancora viva. Perché ha rinunciato a difendersi? Che cosa l’ha trattenuta dal farlo? Che cosa le passava per la testa?

Metto insieme un po’ di pensieri, che sono solo miei -non ho che l’empatia a mia disposizione- per provare a immaginare, perché cercare le risposte serve a tutte, è un esercizio utile per tutte, me compresa:

“L’ho fatto incazzare, è colpa mia“. “Lui è nervoso, ma è buono e mi ama“. ” Gli uomini picchiano sempre, è normale“. “E’ soltanto un graffio, ora smetterò di sanguinare e domani starò meglio”. “Non posso denunciarlo. Io con gli sbirri non ci parlo“. “Meglio che non dico niente a mia madre, se no succede un casino”. “E se lui se la prendesse pure con lei?”. “Mi vergogno a raccontare quello che mi ha fatto. Mi vergogno a essere una che si lascia maltrattare come quelle che si leggono sui giornali”. “Tanto anche se lo denuncio è inutile“. “Tanto se lo denuncio quando torno a casa lui mi ammazza sul serio”. “Non è vero, non può essere vero, questo è un incubo. Poi finisce”. “Non mi merito baci e carezze”. “Non è successo niente, non è successo niente, non è successo niente”.

Non riesco a non pensare a questa povera bambina.

 

*** Aggiornamento di giovedì 26: la “prossima” è arrivata. Eccola qui