Oggi faccio silenzio-primarie (in Lombardia si vota per il candidato presidente di centrosinistra- e parlo del regalo di Natale agli spiaggiaroli d’Italia.

In parole povere: l’Europa obbligava l’Italia a rimettere all’asta le concessioni demaniali in scadenza il 31 dicembre 2015. Sulle vostre spiagge a tariffe salate la scorsa estate avrete già visto manifesti di protesta da parte degli spiaggiaroli, decine di migliaia di piccole imprese sparse sui nostri 7500 km di costa, che esercitano il loro diritto in cambio di canoni quasi sempre irrisori. Insomma un vero terno al lotto. I quali spiaggiaroli, con una fortissima azione di lobbying, chiedevano una megaproroga di 30 anni.

Il governo ha concesso una proroga di “soli” 5 anni, che potrebbe costarci una sanzione giornaliera Ce di 652 mila euro al giorno. Questo significa che le tasse mie, vostre, di tutti -di tutti quelli che le pagano, s’intende, categoria nella quale i gestori di stabilimenti balneari, come da esperienza diffusa, rari gli scontrini e le ricevute, sembrerebbero sottorappresentati- serviranno anche a pagare una maximulta di quasi un miliardo e duecento milioni di euro.

Un finanziamento alla categoria che, in tempi meno grami, potrebbe anche starci. Possibilmente in cambio di un maggiore rispetto della legge (tipo la legge Galasso, che obbliga a consentire il libero accesso al mare, spesso non applicata, oltre che a una più entusiatica adesione ai propri doveri fiscali). Ma sono questi tempi in cui mandiamo a scuola i bambini con la carta igienica in tasca perché i bagni non ne sono dotati:  insomma, avremmo altre priorità.

Ma a quanto pare le lobby della corporazione sono talmente forti che il governo sarebbe potuto cadere inciampando in un pedalò.

Una mediazione andava trovata -la politica serve a questo- ma quella individuata mi pare inaccettabile. Quanto meno si poteva prevedere, in cambio della proroga, un aumento dei canoni d’affitto che servisse a ripagare almeno in parte la sanzione.

Nel mio Paese ideale la gestione delle spiagge andrebbe affidata, con regolare asta e a canoni agevolati, a cooperative di giovani. Che hanno bisogno di lavorare, e che di vita di spiaggia, come è noto, se ne intendono.