Browsing Tag

spesa

Donne e Uomini, Femminismo, questione maschile Settembre 5, 2014

Ecco perché il mondo va a rotoli: la spesa la fa lui!

Diana De Marchi, nota estremista femminista che contribuisce al declino dell’Occidente

Grandioso scoop del sito Affari Italiani che riferendosi  una trasmissione di Telelombardia in cui Diana De Marchi, esponente del Pd milanese, ammetteva di non conoscere il prezzo dello zucchero e di altri generi alimentari “perché la spesa non la faccio io ma mio marito”, pubblicava il seguente commento di tale Massimo Puricelli:

Ho seguito con attenzione la trasmissione Forte e Chiaro su Telelombardia di ieri sera. Un appunto mi è doveroso.
L’esponente PD Diana De Marchi ha pronunciato una serie di assurdità che mi hanno indotto a pensare come sia conciata la nostra società.
Passi che non conosca i prezzi dei generi alimentari che gli hanno mostrato, ma che la ragione di questa sua ignoranza dipenda dal fatto che lei non faccia la spesa perchè tale incombenza la faccia il suo compagno e che non cucini e non faccia i mestieri di casa, beh qua siamo alla follia all’estremismo del femminismo allo sfascio della società e della famiglia (poi ci lamentiamo della mancanza di valori). Che insegnamento propone ai suoi alunni una persona con queste convinzioni e abitudini? Che valori possiede riguardo la famiglia?
Mi spiace molto che queste sconcertanti dichiarazioni siano passate inosservate e sotto silenzio“.
Massimo Puricelli

Lasciamo andare l’italiano, non esattamente da Crusca. Ciò che conta è la straordinaria intuizione di Puricelli che finalmente individua la ragione prima e ultima di ogni male del nostro tempo: le donne che non fanno la spesa, i loro compagni che si piegano a frequentare i super, “l’estremismo del femminismo” che causa “lo sfascio della società e della famiglia” e “la mancanza di valori“.

A integrazione del commento di Puricelli posso testimoniare anche il fatto che talora Diana De Marchi -e non solo lei- guida l’auto al posto del marito, esce la sera da sola, spesso indossa pantaloni e probabilmente, ma sono solo indizi, si fa la tinta, contribuendo con il suo nichilismo femminista alla caduta dell’Occidente.

Mi dicono che il luminoso editoriale di Puricelli è uscito anche su altre testate in cartaceo: giusto, pensieri come questi meritano la massima diffusione.

AMARE GLI ALTRI, economics Gennaio 6, 2013

La spesa sospesa

A Napoli c’è un’usanza antica e civilissima, quella del caffè sospeso: vai a bere il tuo caffè e ne lasci uno pagato per un avventore che non può permetterselo. Ispirandosi a questa pratica, uno studio veterinario dell’hinterland partenopeo si è inventato la visita sospesa: ultimi tra gli ultimi, i nostri adorati amici rischiano di essere i primi a pagare la crisi e a non poter ricevere le cure necessarie.

Ieri a Milano un pensionato di 81 anni ha cercato di uscire dal supermercato senza pagare i 39 euro della sua spesa. Intercettato, ha detto di averlo fatto per fame. Il direttore non l’ha denunciato, limitandosi a chiedergli di saldare il conto.

Sarebbe bello che le catene di grande distribuzione, da Esselunga a Carrefour a tutte le altre, istituissero la “spesa sospesa”, raccogliendo donazioni dei clienti e contribuendovi esse stesse. Un tesoretto a disposizione di chi si trova in difficoltà e faccia richiesta di accedervi, con particolare riguardo alle persone anziane e sole.

Io la butto lì, vediamo se qualcuno raccoglie.

economics, TEMPI MODERNI Dicembre 10, 2009

IDRAULICI E BOLLETTE

100 € a elemento (+ mano d'opera): è quello che mi hanno chiesto!

100 € a elemento (+ mano d'opera): è quello che mi hanno chiesto!

Come avrete visto, da gennaio aumento del 2.8 per cento nelle bollette del gas. Per l’elettricità ancora nessun rincaro, ma è questione di tempo. Quindi ricomincia l’ascesa dei prezzi, proprio nel momento in cui la crisi arriverà a far sentire pienamente i suoi effetti sull’occupazione. Questo lo scenario del nuovo anno. Il che ci costringerà quanto meno a un downshifting radicale -diciamolo in inglese, che fa meno male-: ulteriore contrazione dei consumi, taglio dell’inutile, ritorno all’essenziale da molti punti di vista.

Proprio sabato scorso, prima che si sapesse del nuovo caro bollette, su Io donna, riflettevo alla buona su questi temi. Vi ripropongo i miei pensieri da casalinga che scrive.

Dato che tutti –o meglio, tutte: siamo realisti- facciamo la spesa, anche voi a conti fatti avrete visto che quanto si spende per mangiare è il meno. Stando un po’ attenti, scegliendo i negozi a buon mercato, tenendo d’occhio il prezzo al chilo o al litro, approfittando delle offerte, evitando le fragole a dicembre e i broccoli ad agosto, saltando qualche anello della catena, comprando quando si può direttamente dal produttore, imparando a cucinare meglio, e più sano, con meno, e così via -tutte accortezze che conosciamo benissimo- il budget può essere contenuto con soddisfazione. La rabbia che poi ti viene quando scopri che quei cento euro che hai sapientemente risparmiato ti partono per gli inspiegabili eccessi di una bolletta, o per dare una grattata alla lavatrice intasata dal calcare. Qui non si fatica per il pane, e nemmeno per il companatico, ma per tutto il resto, in molti casi inessenziale.
Interessanti i dibattiti sul caro pasta -0.75 o 0.83 al chilo?- che hanno occupato parte cospicua delle pagine dei giornali prima che l’affaire escort richiedesse tutta la nostra devota attenzione. Ma capirete bene che, data anche la pasta a un euro al chilo, non saranno quei 50 euro in più l’anno a rovinarci. E’ sul resto, che c’è da lavorare: sulle bollette, sempre spaventose, in troppi casi tra le più care d’Europa; sul caro-artigiani, assolutamente ingiustificabile; sulle spese di condominio, che ci costringono a un affitto salato anche quando siamo proprietari di casa. E via dicendo.
E’ il contorno dell’essenziale –la minestra quotidiana- che va ripensato. La buona volontà del non far correre l’acqua a vuoto non basta, quando l’acqua è gestita come non come una risorsa inalienabile ma come un bene di mercato: e anche qui, in controtendenza rispetto al resto d’Europa.
Di sicuro c’è parecchio da pensare e da fare, sul tema del rapporto tra essenziale e inessenziale, tra ciò che riteniamo irrinunciabile e quello di cui, a pensarci bene, potremmo fare a meno, o quasi. Ripensare al proprio essenziale è un’ottima pratica, e anziché impoverire, come si potrebbe credere, rende incredibilmente più agili e più ricchi. Ma pensate anche a quante belle cose avrebbe da fare la politica, se fosse degna del bel nome di politica!

P.S.  Aggiunta dell’ultim’ora: io il mio Tfr l’ho tenuto in azienda. Meno male, visto la fine che faranno fare ai fondi!