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Politica Ottobre 9, 2013

Auto blu a Lampedusa

Il premier Letta, il vicepremier Alfano e il presidente della Commissione europea Barroso sono stati accolti a Lampedusa da selve di fischi e cori di “vergogna” (qui il video)

A Lampedusa, frontiera della salvezza, di una vita possibile, di una pagnotta, di un tetto, di un futuro per i propri figli, di un po’ di pace, di quel minimo di dignità, donne, uomini e bambini arrivano nudi via mare oscenamente stipati nei barconi, quando ci arrivano: il fondo di quel mare è un cimitero. Letta, Alfano e Barroso sono arrivati in aereo e auto blu.

Il corpo parla. Il corpo dice tutto.

Non ci si presenta a quella gente, a quei grandi politici che sono tutti i Lampedusani, a partire dalla loro grande sindaca Giusi Nicolini, esempio di civiltà, risolutori di problemi irrisolvibili con le loro personali risorse, no, non ci si presenta con gli orpelli del potere, le odiatissime auto blu, simbolo della lontananza ormai incolmabile tra la rappresentanza e la vita. Si deve avere davvero perso il senso della realtà, per non rendersene conto.

Non ci si presenta davanti a 302 bare, bilancio provvisorio, scusandosi “per le inadempienze” ma senza poter garantire immediatamente, causa larghe intese, l’abolizione quell’assurda legge che è la Bossi-Fini, che quei grandi politici che sono i Lampedusani chiedono a gran voce di mandare al macero. Non ci si  presenta senza portare il proprio impegno per l’apertura di quel corridoio umanitario che chiunque si occupi di diritto d’asilo invoca come soluzione.

Lo spettacolo dei “politici” a Lampedusa è stato inguardabile.

 

 

 

Archivio Ottobre 25, 2008

MANDARLI TUTTI IN OSPEDALE

Il senatore ed ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, intervistato da un quotidiano (nel caso vi fosse sfuggito):

Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito… Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì… questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio”.

Questo post non lo categorizzo come “politica”. Questa non è politica. Questo non è amore per la polis.