Mentre don Pietro Corsi affiggeva una stampata di queste schifezze sul portone della sua chiesa a San Terenzo -in sintesi: «Le donne devono fare un esame di coscienza: provocano gli istinti e vanno a cercare guai”-, all’altro estremo della Liguria, Bordighera, un uomo uccideva la moglie e la cognata, tentando poi il suicidio, incapace di accettare la separazione. Le ultime vittime, speriamo, di un anno record. 

San Terenzo, frazione di Lerici, è un borgo marinaro così bello, fateci un salto se non lo conoscete, e non merita un parroco così brutto. Il vescovo di La Spezia ha ingiunto a Don Corsi di rimuovere subito quel manifesto obbrobrioso (il sito Pontifex da cui è tratto reagisce parlando oggi di “crociata dei pezzenti”, cioè noi). Forse la curia farebbe bene a rimuovere il parroco e non solo il manifesto, destinandolo a funzioni meno delicate di quella pastorale, per la quale forse non è portato.

Nei piccoli paesi il prete è forse il primo se non l’unico, insieme al medico di base, ad accogliere il segreto di donne che vivono in situazioni di violenza. E anzi, i sacerdoti andrebbero adeguatamente formati per gestire correttamente queste situazioni.

Non contento di quello che aveva fatto, Don Corsi ha invece dato del “frocio” al giornalista del Gr2 che lo intervistava, sbattendogli la cornetta in faccia.

Accusando le donne di essere delle provocatrici e dando sprezzantemente del “frocio” a un uomo evidentemente diverso da lui, il prete brutto ha delineato un efficace sexual self-portrait, e forse dovrebbe seriamente chiedersi perché odia fino a questo punto le donne e il femminile, e se non è il caso di capire qualcosa di più di se stesso. Alla triste vicenda di cui è protagonista, che ha avuto un’eco internazionale, va attribuito quanto meno il merito di mostrare la faccia del demone che agita il cuore di molti uomini.

La gran parte dei misogini violenti, messi davanti ai loro misfatti, si giustificano esattamente nello stesso modo: lei mi provocava, era esasperante. Ci vuole un bel po’ perché riconoscano i propri atti come violenti e assolutamente inammissibili.

Quando un uomo molesta, perseguita, picchia, violenta o addirittura uccide una donna, quello che sta facendo è cercare di ridurre a cosa a propria completa disposizione chi non accetta di esserlo. E’ questo il cuore della questione maschile.

Domani 28 dicembre a San Terenzo, ore 17.30, un presidio con candele accese e fiori gettati in mare per ricordare le tante vittime di femminicidio in questo sanguinoso 2012 italiano.