Browsing Tag

politica prima

AMARE GLI ALTRI, Politica Giugno 17, 2011

Dare al sindaco, non solo chiedere

la giunta di milano

I neoassessori milanesi saranno assediati da un nugolo di questuanti. Alcuni li ho visti aggirarsi già nel giorno del debutto nel cortile di Palazzo Marino. Gente mai vista, in questi mesi di passione, che passava direttamente all’incasso: soldi, finanziamenti, posti. Ma i soldi sono pochi, e quei pochi, come sta già dimostrando il sindaco Pisapia, saranno amministrati con rigore. La festa -per pochi eletti- in questa città è finita.

Vorrei dire al sindaco e ai neoassessori che non c’è solo gente che chiede, ma anche gente che è disposta a portare in dono. Che non pretende ma si protende per dare una mano in assoluta gratuità: idee, progetti e lavoro. Io ne conosco tanta.

Del resto molti tra i neoassessori e anche il sindaco hanno chiesto di non essere lasciati soli. Non si tratta solo di essere impauriti per l’immane lavoro che hanno di fronte, per tutto quello che c’è da fare e perfino da disfare. Si tratta di non volere intendere la responsabilità che hanno generosamente assunto come separata da quell’onda civica che li ha sospinti là dove ora si trovano, di non voler rinunciare a questa linfa vitale.

Il che è molto importante, è una politica della rappresentanza che resta aperta alla politica prima che c’è fuori,-quelle che chiamiamo associazioni, volontariato o anche semplicemente cura- o che addirittura ne riconosce il primato.

Questa apertura va capita bene: nessuno potrebbe lavorare con gente che ti fa le pulci a ogni passo. E’ un po’ come guidare -tante donne sanno bene quello che dico… – con uno che ti dice “frena”, “cambia” o “stai a destra”. La disponibilità a fare da “giunta diffusa“, diciamo così, non può sostituire la fiducia. Si tratta di trovare i tempi e i modi per rendere agevole questo pas de deux tra chi è dentro e chi è fuori.

Sul confine tra dentro e fuori penso che si possano edificare strutture agili e provvisorie, tende da campo, laboratori volanti che si diano da fare per collaborare con questo/a o quell’assessore/a, accompagnandolo discretamente ma efficacemente su questo o quel progetto, e così via. Credo che nasceranno parecchie di queste realtà-satellite -e alcune sono già operative- a formare una corona protettiva e produttiva intorno alla nuova giunta di Milano, sperimentando un modello che potrebbe essere buono per altre realtà locali e perfino per quella nazionale.

Quando si dice che Milano è un laboratorio politico si dice anche questo, si dice soprattutto questo, e non si parla semplicemente delle alchimie politiche come siamo abituati a intenderle. Perciò, quando ci guardate, tenete d’occhio soprattutto questo aspetto.

P.S. Una cosa però da chiedere l’avrei. Detesto le auto in generale, e quelle blu in particolare. Mi muovo quasi sempre con i mezzi pubblici, li amo -specie se funzionano- e mi piacerebbe vedere che chi ci governa fa a meno di quegli obbobri da sceicchi, che si fa volentieri due passi, una sgambata in bici o una corsa in metrò. L’assessore a piedi offre un ottimo simbolico.

 

 

 

Donne e Uomini, Politica Giugno 6, 2011

CARO SINDACO GIULIANO

Caro Sindaco Giuliano -e anche cara città-,

con la composizione della squadra di governo si completa un percorso faticoso, entusiasmante e non privo di asperità e di conflitti -inevitabili, ma tutto sommato tenuti al minimo fisiologico- che ha richiesto quasi un anno di cammino: in prima fila i candidati alle primarie e poi il candidato sindaco, e dietro di loro un sacco di gente che il cambiamento l’ha fortissimamente voluto.

La città nuova in un certo senso c’è già. Cova nei desideri, e in quella che molte donne chiamano “politica prima” e che forse coincide con ciò che la sociologia definisce Big Society: un intreccio di relazioni alla base di un fare politico diretto nonostante le istituzioni e senza risorse pubbliche che per quasi un ventennio è stato tenuto lontano dal governo delle cose ma che ha comunque tenuto in piedi la città. Somiglia molto a quello che il femminismo ha saputo realizzare nell’ultimo mezzo secolo: senza risorse, senza rappresentanti elette, senza delegare a nessuno e anche senza violenza -quindi anche qui nonostante le istituzioni- le donne hanno cambiato faccia alla società e al paese.

Fare la giunta è prerogativa del sindaco, che deve poter mettere insieme la squadra in assoluta libertà, scegliendo gli interlocutori che ritiene. Non sarebbe strano se il dialogo con i partiti costituisse una parte significativa di questa interlocuzione. Ma solo una piccola parte di questa enorme ricchezza che abbiamo chiamato “politica prima” o Big Society ha occasione di passare dai partiti. Forse nemmeno quelle che chiamiamo associazioni possono rappresentarla adeguatamente. Il rischio è che pur avendo contato e contando così tanto, questa grande ricchezza resti sostanzialmente invisibile.

Le donne sono state e sono protagoniste di questa politica prima, strette in una rete di relazioni che ha “tenuto su” il tessuto civile, dalle mamme e maestre di via Rubattino che si sono fatte spontaneamente carico del destino dei piccoli rom sgomberati dal loro campo, alle libere pensatrici della Libreria delle donne, della Libera Università e di altri luoghi di pratica politica, a moltissime altre esperienze, note o microfisiche.

Caro Sindaco Giuliano, l’altro giorno come primo atto del tuo governo hai voluto aprire Palazzo Marino ai cittadini, per significare con un gesto simbolico che lì era la casa di tutti, e i cittadini si sono messi in fila accogliendo in migliaia il tuo invito. Tenere aperto questo passaggio tra il dentro e il fuori, tra la politica prima e la “politica seconda”, o politica della rappresentanza, potrebbe costituire la sfida più avvincente e più difficile, perché quel passaggio tende inerzialmente a chiudersi. Guardare, per la squadra che sta andando a comporre, e che vuoi per metà femminile, a donne della politica prima difficilmente rappresentabili dai partiti, potrebbe essere d’aiuto in questa direzione.

Donne, ad esempio -qui te ne “presenteremmo” alcune, anche se è verosimile che tu le conosca già- come Lucia Castellano, che dirige con umanità e grande competenza il carcere di Bollate; Marisa Guarneri, responsabile della Casa delle donne maltrattate di Milano, depositaria di una decennale esperienza sulla questione maschile della violenza sessuale e sui sex offender; Lorella Zanardo, il cui lavoro su Il corpo delle donne ha avviato un’amplissima discussione. E come Arianna Censi, donna di partito (Pd) ma in stretto e storico legame con le varie componenti del movimento delle donne di Milano, e solida di un’ottima esperienza amministrativa.

Certe che saprai intendere nel senso giusto questa “presentazione”, a cui potrebbe seguire, se lo riterrai, una feconda collaborazione politica.