Raffaello Sanzio, Lo sposalizio della Vergine. Pinacoteca di Brera, Milano

Oggi alla Pinacoteca di Brera il premio Nobel Dario Fo, attore-pittore, ci ha descritto, cantato, danzato questo meraviglioso dipinto del ventenne Raffaello, Lo sposalizio della Vergine, e poi il Cristo morto del Mantegna e altre magnifiche opere ospitate nel museo milanese. Centinaia di persone in fila, necessario secondo “spettacolo” (mi hanno perfino dato della “casta”, essendo entrata al primo turno come giornalista: li perdono, tale era il desiderio…).

Lo sposalizio di Milano, anzi il battesimo di una Strada dell’Arte, che da Palazzo Reale e dal Museo del Novecento si snoda fino alla Pinacoteca passando in Galleria e in Piazza Scala. Un tesoro che avevamo e abbiamo, ma non tutti lo sapevamo. Tanti ciceroni d’eccezione oltre a Fo, da Enzo Mari a Mauro Pagani, a fare da padrini.

Basta cambiare sguardo sulle cose, e quelle si mettono improvvisamente a fiorire. Basta provare a vederci come una città d’arte, una metropoli culturale -oggi non avevamo nulla da invidiare a Londra e Parigi-, ed ecco che lo diventiamo. Una grande città festosa come un paese immerso nella nebbia, per una domenica tolta alle auto e consegnata alla bellezza, la più grande risorsa che abbiamo.

(grazie all’assessore Stefano Boeri per questo evento fantastico, messo in piedi in poche ore)