Si deve lavorare sodo, stare tutti uniti. E non risparmiare sui sogni. Il peggio deve ancora arrivare, dice Barack Obama. Il Censis fotografa un’Italia “impanicata” e abbarbicata all’essenziale, dove ciascuno ha paura per sé. Manca la dimensione collettiva della crisi. E invece il segreto è qui. Uscire dalla cultura del “borgo” e del campanile, aprirci all’altro, anche all’altro più altro, accettare e assecondare il cambiamento.

E io aggiungo, non smettere di sognare. Non cadere nella trappola di un realismo sterile. Moltiplicare le occasioni di sogno, in cui la crosta dura della realtà si crepa e permette allo sguardo di arrivare altrove, tenere aperto ogni spiraglio da cui può passare il bene che può capitare. La realtà non è che un precipitato dei sogni. E’ questo, oggi, il solo realismo che ci serve.

Cercare di capire che cosa ci è indispensabile per non smettere di sognare e stare al cospetto di altro. Che cosa ci serve per tenere acceso il fuoco. E su quello no, non risparmiare. Ditemi la vostra.