Vedo Umberto Bossi, chissà perché in giacca e cravatta, forse è solo per il freddo cane, acclamato a Bergamo, non lontano da Pontida, santificato dal martirio: non bastasse la malattia, anche le c…te dei figli (“Ho sbagliato a coinvolgerli, dovevo mandarli all’estero”), il tradimento del cerchio magico, l’insubordinazione della Rosi, che non ha nessuna intenzione di dimettersi.

La Lega torna a stringersi intorno al suo capo sempre più malconcio, contro il complotto di Roma, fino a qualche tempo fa “ladrona”, ma date le circostanze meglio cambiare epiteto. Non so se questo di Bergamo sia il popolo padano, ma qualunque cosa sia, non difetta di fedeltà.

Vedendo questo penso a un’altra storia di soldi rubati dalla politica, ormai un millennio fa. E alle amare considerazioni di Stefania Craxi: «Bettino Craxi, che ha portato l’Italia fra i Grandi della Terra, è stato trattato come un malfattore; Umberto Bossi, che l’Italia ha cercato di dividerla, ha tutta la comprensione politica e umana. Craxi, al quale non è stato addebitato un soldo per uso personale e familiare di denaro pubblico è stato definito un criminale matricolato; Bossi è l’eroe puro tradito dall’ingordigia del clan familiare“.

Due P(a)esi, due misure.