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AMARE GLI ALTRI, bambini, Politica Dicembre 17, 2014

Mosè nato in mezzo al mare. Su nave Etna, Canale di Sicilia

Mosè, nato in mezzo al mare

Ieri notte a bordo di nave Etna nel Canale di Sicilia è nato Mosè. La mamma è una giovane eritrea di 20 anni, sola, assistita nel parto dalla ginecologa torinese volontaria della Fondazione Francesca Rava NPH Italia Onlus (la Fondazione Rava è da oltre un anno a bordo delle navi MM con oltre 60 medici e infermieri che hanno prestato assistenza a  60.000 persone).

 

La stessa Maita nei giorni scorsi aveva inviato una testimonianza straziante su una storia che invece è finita male.

“Con la luna piena e il mare relativamente calmo gli sbarchi sono assicurati.
Negli ultimi due giorni abbiamo raccolto circa 350 persone che confrontati con i numeri dell’estate sono poca cosa. Questi però sono i più poveri. Un interprete ci ha detto che un viaggio di questi tempi costa circa 1000 euro perchè è su gommoni. In estate costa il doppio perchè è su barconi. In genere d’estate viaggiano i Siriani che adesso non vediamo. Questi profughi sono tutti ragazzi tra i 20 e 25 anni più docili e collaborativi con noi e fra loro. Le donne sono poche e giovani anche loro. I casi più frequenti che vediamo sono di scabbia e ustioni di secondo grado, a volte molto diffuse soprattutto ai glutei e in zona genitale, per la reazione fra acqua di mare e carburante.
In questo gruppo c’è una mamma che ha perso nel viaggio il suo bambino di circa 5 mesi che stava ancora allattando. E’ arrivata sconvolta,in stato confusionale, con un importante ingorgo mammario. 
L’ho accudita facendole una fasciatura contenitiva del seno alla vecchia maniera. Fra qualche ora verrà sbarcata.
Nel piccolo ospedale da campo allestito sul ponte sono accolti un giovane papà di un bimbo di circa due anni. La mamma è partita con loro ma nel viaggio durante la notte ci sono stati dei tafferugli sul loro barcone, si è fatta male. Il marito dice che la moglie è già in ospedale a Lampedusa.
In realtà non ci sono notizie e tutti temiamo il peggio.
Il bimbo è buono e sorridente. Ha riconosciuto i pannollini sul tavolino dove viene cambiato, mangia e beve da solo. Un infermiere gli ha fatto una pallina di cotone e nastro adesivo con cui adesso gioca in infermeria”.
dal Canale di Sicilia, pochi giorni prima di Natale

 

economics, Politica Giugno 5, 2014

Scandalo #Mose: “sdoganare” la moralità

Le cose giuste da fare contro la corruzione di sicuro ci sono, si possono fare, si tratta solo di volerle fare: basterebbe guardare alle norme in vigore in quei Paesi dove la corruzione inevitabilmente esiste -perché il male esiste sempre- ma esiste come fenomeno residuale, ancorché inevitabile.

Si tratta qui, invece, del cuore del sistema.

Il cuore del sistema significa che da un certo momento in poi, massicciamente a partire da Tangentopoli con un vero e proprio sdoganamento della corruzione, fatte salve le onorevoli eccezioni si è “scesi” in politica all’unico scopo di diventare personalmente ricchi. Naturalmente il massimo dell’attività, che comprende l’approvazione di norme che agevolano, o l’abolizione di norme che complicano come quella sul reato di falso in bilancio (la cosiddetta “ingegnerizzazione” della corruzione), si è registrata in corrispondenza dei maggiori flussi di denaro come sono le cosiddette grandi opere.

Com’è ovvio i ladri si radunano dove ci sono i soldi.

Quindi ci sono quelli che prendono parte alla spartizione della torta, quelli che stanno nei pressi per raccogliere le briciole, quelli che sono al corrente della festa ma fanno finta di non sapere e si arrendono al “male necessario” -ignavia che di sicuro non basta a salvarli- e poi ci sono anche quelli che non ne sanno proprio nulla, e a cui toccherebbe invece attivarsi per sapere.

Con vivo dispiacere per questi ultimi non si può fare a meno di dire che c’è un’intera leva di politici da buttare. Perché non ha altra idea della politica che questa -fare affari, arricchirsi personalmente- ed è assolutamente irredimibile.

Quindi non si tratta soltanto di fare le leggi giuste, di applicarle severamente, di evitare che si trovi immediatamente l’inganno. Non si tratta soltanto di porre prioritariamente la corruzione al centro dell’attenzione riformatrice, sfoltendo la selva oscura della burocrazia, nido caldo del malaffare. In caso diverso ogni sforzo di cambiamento sarà destinato a fallire.

Si tratta di accelerare il ricambio politico, tema assunto come prioritario dal M5S, di selezionare severamente i candidati, che devono essere garantiti da chiarissima fama o da un legame stretto con il territorio, senza più deroghe al limite dei mandati, sbarrando la strada a parenti, amici, amici di amici, servitori di padrini e di satrapi locali: mogli di e figli di non mancavano nelle liste alle ultime politiche così come, purtroppo, indagati.

Si tratta di compiere un’operazione inversa a quello “sdoganamento” della corruzione, “realpolitik” di cui dicevamo sopra: la politica ha insegnato al Paese che rubare è lecito, e perfino come si ruba, devastandone il tessuto etico. Il suo primo compito oggi è rieducare se stessa, dimostrando che la politica non si fa per fare affari e accumulare soldi, riportando la corruzione a livelli fisiologici e marginali, offrendosi pedagogicamente a modello per una rinascita della nostra società.

E’ dimostrare che si può fare politica senza soldi, a prescindere dai soldi.

Vedo tanti giovani che si avvicinano alla politica in questo spirito.

Ho fiducia. Devo avere fiducia.

 

P.S. quando parlo di leva politica da buttare, non ne faccio una questione di giovani versus vecchi. Parlo di vecchia politica, di cui ci sono giovani portatori insani. Di contro, ci sono “vecchi” di moralità specchiata.