Leggete e commentate liberamente il seguente brano:

“Allevata così nella pudicizia e nella temperanza… quando ebbe raggiunta l’età conveniente andò a marito, e lo servì come un padrone, studiandosi di guadagnarlo a te (Dio, ndr)… ne tollerò le infedeltà tanto di non farne mai motivo di litigio, ma attendeva la tua misericordia su lui…

In realtà egli era molto affettuoso, ma anche molto irascibile. Ella però aveva imparato a non opporsi alle sue sfuriate né con i fatti né con le parole: quando poi, sbollita la collera, lo vedeva quieto e ben disposto, gli spiegava i motivi della sua condotta, se le pareva che egli si fosse adirato troppo a torto.

Molte altre mogli, dai mariti meno furiosi, portavano sulla faccia sfigurata i segni delle percosse; parlando con le amiche, esse inveivano contro la condotta dei mariti, ed ella contro la loro lingua… E poiché esse, ben sapendo quale marito violento dovesse sopportare, si maravigliavano che non si era mai sentito né constatato che Patrizio (il marito, ndr) avesse battuto la moglie o che vi fosse stata un solo giorno domestica discussione tra loro e, in via di amicizia, gliene domandavano come fosse possibile, ella esponeva loro il suo metodo, quello che ho sopra ricordato.

Quelle che ne facevano la prova, dopo l’esperimento ne la ringraziavano; quelle che non volevano farla, continuavano a essere schiave e malmenate”.

da Sant’Agostino, “Le confessioni”.