Sapete che ogni tanto scrivo ai miei assessori. Ora leggo sul Corriere che i mercati comunali coperti di Milano non saranno più ceduti ai privati, come stabilito dalla giunta Moratti, ma resteranno del Comune. Ottima cosa.

Cara Assessora Benelli,

(al Decentramento) quei luoghi sono sempre stati mercati in senso proprio, cioè non solo luoghi di scambio di merci ma anche di scambio umano e di relazione. Sono luoghi storici, che vivono da sempre, dove noi bambini siamo andati a fare la spesa con la mamma e poi ci siamo andati con i nostri bambini, dove i negozianti hanno sempre contribuito a tenere vivo il tessuto sociale, e che abbiamo visto malinconicamente svuotarsi e perdere pezzi soccombendo alla concorrenza della grande distribuzione, il super dove nessuno ci “tiene via” la frutta o la carne che ci piace perché nessuno ci conosce. Io amo e sprofondo volentieri nell’anonimato metropolitano, ma so anche che privato delle sue radici, affondate in quei nuclei storici che resistono attaccati alla loro memoria, quell’anonimato può diventare solitudine e lontananza.

Una volta nei paesi c’era il cosiddetto “posto pubblico”, luogo che accoglieva e dava informazioni agli stranieri, ma a cui le stesse comunità facevano riferimento quasi istituzionale. Spesso il posto pubblico era anche il bar o lo spaccio del paese -ne ho anche un ricordo olfattivo, di prosciutto e spezie-, il posto telefonico, la locanda. La nostra prima periferia, in gran parte costituita di nuclei inurbati, conserva memoria dei suoi antichi “centri” e dei suoi vecchi posti pubblici. Sarebbe bello, Daniela, che in questi mercati che il comune ha deciso di restituire al loro ruolo non si proponessero solo i preziosissimi panieri calmierati, ma si riservasse uno spazio che somiglia al posto pubblico, un terminale sensibile delle nostre istituzioni cittadine, dai consigli di zona al Comune, luogo di informazione e di relazione a cui fare riferimento per qualunque necessità che riguardi la vita nel quartiere (lavoro, ambiente, problemi abitativi o di sicurezza, ma anche spettacolo, cultura, sport…).. Come se il Consiglio di zona e il Comune aprissero uno sportello amichevole e utile, una piccola zona friendly, anche informale, insomma la Montagna delle nostre istituzioni che va a Maometto, scende in strada, condivide e ascolta. In mezzo al pollivendolo e alla drogheria, il banco di qualcuno che rappresenta le nostre istituzioni, che ha una faccia e un nome, uno con cui si può perfino fare amicizia e da cui si può avere l’aiuto che serve.

Cara Assessora, mi sembra di avere avuto una piccola buona idea -che condivido in verità con l’amico Mauro Mercatanti di Ideificio, con il quale ne ho discusso- e ho voluto dirtela (poi naturalmente in quei mercati spero di trovare anche frutta, verdura e formaggi a km zero).

Grazie per l’ascolto e buon lavoro.