I cinema e i teatri, leggo, sono pieni. E un amico che lavora nell’editoria mi racconta che dopo un fine d’anno perplesso e attendista, anche lì si registra una certa ripresa: a Natale si sono regalati volentieri libri, e quando si è invitati a una cena, anziché una bottiglia, alla padrona di casa molti offrono un saggio o un romanzo. Alto valore e impagabile, un buon libro, con un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Ho visto recentemente uno spettacolo delizioso, “Il dio della carneficina”, testo smagliante di Yasmina Reza e due formidabili coppie di attori (Bonaiuto-Orlando e Boni-Cescon), che mi è risuonato dentro per parecchi giorni. Divertimento, intelligenza, idee: e che cosa si può volere di più?
So invece che molti tra i festival culturali che animano la nostra estate saranno costretti a ridimensionare quando non a tirare del tutto i remi in barca, perché i finanziamenti –in grande parte da sponsor privati- sono stati ridotti o tagliati tout court.
Certo, un festival non vale l’altro, ci sono occasioni preziose e altre meno. Ma in generale sottrarre risorse ed energie alla cultura è un’operazione dissennata. Di questi tempi, soprattutto. Si fa l’errore di pensare –marxianamente- alla cultura come a qualcosa di sovrastrutturale, di cui quando c’è crisi si può anche fare a meno. La domanda di cultura invece, e sembra un paradosso, cresce proprio in momenti come questi. Stimoli, riflessioni, contenuti, buone idee: è questo che ci aiuterà a leggere quello che capita e ad andare avanti. E’ di questo che c’è una grande fame. Il superfluo da tagliare è altro. Vale in particolare per un paese come il nostro, che nell’immaginario del resto del mondo –nonostante le nostre notevoli défaillance- continua a rappresentare cultura e bellezza. Vorrà pur dire qualcosa.
Signori mecenati, dunque: non smettete di legare il vostro nome alla promozione culturale, continuate a riservarle una quota dei vostri budget. Ci saranno di sicuro altre voci che possono essere limate. Il ritorno non sarà immediato, ma è strategico e garantito. E questo è di sicuro un gran momento per fare strategie.

(pubblicato su Io donna-Corriere della Sera il 21 marzo 2009)