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Politica, Senza categoria Novembre 4, 2008

WE CARE

Barack e il Dalai Lama

Barack e il Dalai Lama

Giornata storica, oggi. E se andasse come quasi tutti speriamo che vada -conoscete qualcuno che vi ha detto di fare il tifo per il vecchio soldato?- potrebbe essere ancora più storica. Anche molte di noi che la mattina leggiamo il giornale al contrario, cominciando dalle ultime pagine per ritrovarci più facilmente la nostra vita, oggi partiamo dalla prima. Perché ci pare che stavolta ci riguardi davvero.

Mi piacerebbe sapere che cosa vi aspettate da questo straordinario giro di boa. Cosa vi aspettate per voi, per le vostre singole vite, oltre la finzione della separazione tra pubblico e privato. Come ve lo immaginate, il vostro nuovo mondo. E se è giusto aspettarsi qualcosa, o invece stiamo dando troppa importanza a qualcosa -l’America, l’Occidente, la democrazia rappresentativa- che non è più al centro del mondo, né delle nostre vite.

Sperando che, se toccherà a lui, come pare, quel ragazzo non ci deluda.

Politica Novembre 3, 2008

FATTORE PALIN

Doveva essere un gran colpo, per il senatore McCain, la scelta di una donna -e che donna!- come candidata alla vicepresidenza, subito dopo che Obama si era liberato di Hillary, scelta che di sicuro gli costerà il sostegno  di molte autorevoli femministe americane, decise ad astenersi. E invece probabilmente si rivelerà un boomerang: Palin fa una figuraccia dopo l’altra.  L’ultima,  quelle due chiacchiere  con un finto Sarkozy  che le propone una battuta di caccia insieme, e lei che accetta con entusiasmo, fedele fino in fondo a quel grottesco modello di donna-sì-ma-non-troppo, di “donna con le palle”, come diremmo qui, di femmina bifronte, buona per le elettrici ma capace anche di convincere i conservatori più restii del fatto che, al momento buono, lei il bottone saprebbe schiacciarlo non diversamente da un uomo.

Quanto costerà, invece, Palin a Mc Cain? E quanto costerà, da un altro punto di vista, alle donne di tutto il mondo? Sarebbe il terzo tonfo globale consecutivo, dopo quelli di Ségolène e di Hillary, fatto che probabilmente  ri-congelerebbe ad libitum la pratica dell’accesso delle donne alle posizioni di potere. Ma sarebbe anche il tonfo di un’emancipata estrema e caricaturale, con il fucile in spalla. L’eliminazione dell’ingombro dell’emancipazione, delle sue illusioni e delle sue ridicolaggini, dal cammino della libertà femminile.

Con la vittoria di Obama, se sarà, si entrerebbe in un’era trans-razziale: non solo un nero, ma un nero anche un po’ bianco, e strettamente imparentato con i “gialli”. Come molti osservatori hanno già sottolineato, la cosa potrebbe avere l’effetto di fare piazza pulita di ogni discorso sulla razza e di accelerare in modo esponenziale la ricerca di soluzioni al problema della convivenza interetnica: problema che oggi in Italia, investita in pieno dall’onda migratoria, stiamo sentendo parecchio.

Che effetto avrebbe avuto, allora, una presidenza femminile? Quali sarebbero stati le sue dirompenti conseguenze simboliche e politiche? Che passi avanti ci avrebbe costretti a fare? Perché si nasce prima donne e uomini che bianchi, neri e gialli. Resta quella, la madre di tutte le differenze. Quella, la prima pacifica convivenza da immaginare e costruire.