Giovani chef emergenti: Ivan Iurato e Giorgio Ruggeri

Se non avete maschi ventenni, razza barbudos y cocineros, che grufolano per casa, forse non saprete che la cucina è ormai loro territorio quasi esclusivo. Né conoscerete il disprezzo con cui, sciacquettando tra guancia e guancia il vostro dessert domenicale –ovviamente “impiattato da cani”- vi diranno che ne avete distrutto l’armonia con quello stramaledetto ribes.

Le amiche sono tenute per sguattere: “Forza con quella mirepoix… ma no! Meno grossolana!”. Il rito del fuoco è solo maschile.

Una volta si limitavano al selvaggio barbecue. Ora si prendono tutto, pure la zuppa.

Buona cosa, che invadano in massa il campo femminile: vuole dire che il femminile sta invadendo loro. Che l’invidia per le donne e il loro modo di stare al mondo si sta manifestando in tutta la sua originaria potenza.

Sono un po’ gradassi, questo sì: è il loro modo di stare al mondo, del resto. Non cuochi, e nemmeno chef, ma direttamente masterchef: il prometeismo applicato alle materie prime.

Così, mentre mi compiaccio per l’indubbia perizia nella mantecatura e nella scelta di prodotti d.o.p., a nome di tutte mi permetterei di far osservare che il lavoro preziosissimo e insostituibile della cura si compone anche di mansioni probabilmente meno artistiche: lavaggio vetri, tanto per dire; spolvero mobili; stiro camicie (cominciare da colletto e polsini); accompagno bambini a ginnastica; coda alle poste; ritiro ricette per nonna; cambio armadi (il terrore assoluto).

E poi sì: c’è anche il water. Non avrà lo charme di un Master Chef, ma anche Mastro Lindo ha un suo perché.