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Spesso delle cose cogliamo solo l’aspetto più triviale. Per esempio questa faccenda delle donne mature che si accoppiano con ragazzini. E non per ragioni di apprendistato, come da antica tradizione –le rinomate navi-scuola– ma proprio per averci una storia organizzata, baracca e burattini. Cougar Town, per farla breve. Dicono che sia la perfezione: l’impeto di lui, l’esperienza di lei. La sapienza e il vigore.

Bene, inorridisco solo al pensiero. Non giudico, ma non fa per me. E nemmeno per le mie amiche, spero: non ho alcuna intenzione di dover stare lì a raccogliere cocci di tardona abbandonata dal pollastro che a un certo punto prende il largo con una squinzietta coetanea. Nove su dieci finisce così, potete scommetterci. Con gli ormoni e con i geni non si scherza. Ma perché gli uomini sì e le donne no? –sento già il rombo della sexual correctness-. Loro possono, con le ragazze: e allora noi? Non credo alla parità, su nessun fronte. Figuriamoci su questo. E non chiedetemi particolari. Ho poco spazio, e vorrei dire altro.

Quel rapporto che dicevo, lei matura e lui ragazzino, da un certo punto di vista invece mi convince molto. Quello sessuale è solo il volgare epifenomeno: c’è ben altro. Una complicità, un’alleanza naturale. Il fatto di intendersi su un punto: la necessità di un maschio nuovo, post-patriarcale.
Lo cerca lei, sfinita dai conflitti, dalle difficoltà di relazione, dal mancato rispetto, dai soffitti di cristallo. Ma lo cerca anche lui, impossibilitato a identificarsi con quel vecchio prepotente-sedicente signore del creato che non lascia spazio a nessuno, si pappa tutte le risorse, pretende di continuare a decidere da solo, taglia fuori le donne e, saturnino com’è, sbrana i giovani pretendenti alla successione.
Sul lavoro, tanto per dirne una, la coppia cougar va a meraviglia: lui che le riconosce autorità senza sentirsi diminuito, lei corroborata dal suo sguardo grato. Entrambi in cerca di un modo nuovo di intendere il lavoro, finalmente non separato dalla vita, contro il management ancien régime.
Altro che sesso: questo sì, che è un pericolo per l’establishment. Attenti a quei due.

pubblicato su Io donna-Corriere della Sera il 17 luglio 2010