Il post è ancora lì, dal tardo pomeriggio di ieri, sulla pagina Facebook di Cosimo Pagnani, ultimissimo femminicida: “Sei morta troia”. Sarebbe andata così: la lite con l’ex moglie, Maria D’Antonio, le coltellate a morte. Poi l’annuncio su Facebook -o forse poco prima di uccidere?-e  il ricovero in ospedale perché si era ferito con il coltello. A Postiglione, nel Salernitano.

“Sei morta troia”: ovvero “giustizia è fatta”, “l’onore è riparato”.

L’annuncio ad amici e parenti, a tutti quelli che sapevano quanto lo soffriva dopo la separazione. Forse scrivendolo su Facebook gli pare più vero e più giusto. “Non rispondo più alle provocazioni” scriveva Pagnani qualche tempo fa “ne tanto meno ho paura delle minacce. Ora sono una nuova persona, sono sereno e felice e niente e nessuno distruggerà la mia serenità!!!!!!!!!!!”. E ancora: “Mi sento una nuova persona lontano da tutto ciò che mi a fatto tanto male, sono felice di non pensare più alle cose passate ma alle cose future. Ma mi mancano le persone che amo di più al mondo (la mia splendida famiglia) voglio bene a tutti, senza distinzione”. L’homepage piena di tenere immagini con la figlia, “la mia principessina”, affidata alla mamma.”Non c’è nulla da fare”, commenta un’amica: “Quando vede te è diversa”. La amava moltissimo, secondo lui. Ma non abbastanza da resistere all’impulso di lasciarla orfana. Ferita a morte anche lei, per sempre.

Seguono centinaia di “mi piace”: al momento 258 in aumento costante, uomini e donne. Una ola collettiva, un coro di approvazione. A dire tante cose: che la logica del delitto d’onore è ancora viva e radicata. Che molti, altro che avvocati e tribunali, le faccende le risolverebbero volentieri così, “da uomini”. O anche: qui c’è una succulenta storia di cronaca, riflettori accesi, ne parleranno i tg e “Pomeriggio 5”, voglio starci anch’io nel fascio di luce. 2 secondi e mezzo di celebrità.

Il lavoro da fare è immane.

p.s: il tempo di scrivere il post, e i “mi piace sono quasi 350.

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