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malika ayane

Donne e Uomini, economics, italia, TEMPI MODERNI Settembre 27, 2013

Le cento lire meglio spese della giornata

Chissà se Guido Barilla ha questo manifesto nei suoi archivi. Immagino di sì (grazie a Simona che me l’ha mandato).

A quel tempo -anni Cinquanta, a quanto vedo- la Pasta Barilla, come dice il claim, era proprio per tutti. La compravano le donne con i loro colli di pelliccia e anche gli uomini con il Borsalino. Come si dice con una gentilezza di cui si è persa ogni traccia, erano “le cento lire meglio spese della giornata”. Non c’era bisogno di galline né di star hollywoodiane. Tra l’altro Guido Barilla dovrebbe sapere che il suo supertestimonial Antonio Banderas è diventato famoso grazie al regista gay per definizione, Pedro Almodovar -che, si dice, era disperatamente innamorato di lui- interpretando con molta verosimiglianza scene d’amore omosessuale.

Ma lasciamo andare questa storia. Barilla sta cercando in qualche modo di arginare la valanga che si è tirato addosso, sembra che la cosa stia facendo gravi danni anche sul mercato americano dove con la sexual correctness non si scherza affatto. Insomma: un marketing disaster di proporzioni epiche, e la concorrenza che, beffardamente, si dichiara gay friendly e si affida proprio al claim che vediamo in questo antico manifesto: “A casa Buitoni c’è posto per tutti”.

Per non parlare poi del fatto che nella grande maggioranza dei casi sono le donne a fare la spesa e a comprare la pasta, e non perderanno certamente l’occasione per fare un dispettuccio a uno che scambia il loro “ruolo fondamentale nella famiglia” con la servitù obbligatoria (servire a tavola e pulire casa sono bellissimi gesti d’amore e di cura, se non ti toccano come un destino a causa del sesso di cui sei nata) e sceglieranno Voiello, De Cecco, Granoro e così via.

Lasciamo stare. A questo punto sono solo fatti suoi e dei suoi bilanci. Ma certo, rivedendo la gentilezza di quel claim, la civiltà di quel vecchio manifesto, la sensazione acuta e dolorosa è quella di essere tornati indietro e di avere perso molto. A cominciare dalla semplicità e dalla cortesia di quel messaggio. E l’onestà, la fiducia, la capacità, il senso del bello… Ci è capitato di tutto, in questi ultimi vent’anni (ciao papà, che per tua fortuna non hai visto nulla). Viene voglia di voltarsi indietro per vedere dove eravamo rimasti, e cominciare pazientemente a ricostruire di lì.

Guardate come eravamo. Guardate quanta naturale eleganza (ho suggerito a Malika Ayane di regalarci una cover di questa canzone meravigliosa, e lei mi ha promesso che ci penserà: hey Malika, ci conto!).

 

aggiornamento ore 16.20:  dice Oscar Farinetti: “Tempo dieci anni, l’Italia non solo sarà fuori dal tunnel, ma Paese leader in Europa.Per dire: oggi esportiamo 31 miliardi di agroalimentare? Bene. Devono raddoppiare.
In tre anni. Si può”.

Quello che manca sono donne e uomini che sappiano guidare il cambiamento. Li troveremo

AMARE GLI ALTRI, TEMPI MODERNI Febbraio 20, 2009

MALIKA and FRIENDS

Vista a Sanremo Malika Ayane, incantevole in duetto con Gino Paoli. Malika è figlia di un’italiana e di un marocchino e ha questa stupenda voce di confine, piena di echi e suggestioni, beneducata da studi al Conservatorio e alla Scala. Mentre cantava mi è sembrato di percepire le -e aperte di un certo slang milanese. Adoro quando mi capita di ascoltare, quasi sempre in metrò, ragazzi filippini, maghrebini o sudamericani (quelli dell’est europeo no, non siamo ancora alla seconda generazione) che parlano un perfetto italiano con accento della Bovisa o del Gratosoglio. L’integrazione mi rende felice, e questi ragazzi sono rivitalizzanti per la città. Per questo pubblico la foto qui sopra (mandata su Facebook dalla mia amica Paola Tavella: grazie!). L’integrazione va favorita in ogni modo. Prima sapremo far stare bene “loro”, e prima staremo meglio tutti.