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Donne e Uomini, economics, Politica, Senza categoria Novembre 19, 2011

La faccia nuova dei partiti

Molto responsabilmente il professor Mario Monti non smette di dichiarare il suo rispetto per la politica e per i partiti. E’ giusto e necessario, perché questo governo si trova in una situazione straordinaria, al limite della democrazia.

Sono i cittadini a non rispettare più la politica e i partiti. E il paradosso è questo: che meglio il governo Monti farà, più si mostrerà capace di risanare il Paese e di farlo ripartire, più il gap tra cittadini e partiti si allargherà e si consoliderà.

Parzialmente “deresponsabilizzati”, sollevati dal gravoso compito di dover raddrizzare le cose storte, i partiti dovrebbero dedicare buona parte del tempo che corre di qui al 2013 per capire come ripresentarsi ai cittadini, che potrebbero vivere il ritorno alle urne come un preoccupante ritorno al passato. Molto dipenderà da come si comporteranno nei confronti di questo governo, che al momento gode di amplissima fiducia, non solo da parte delle Camere ma anche da parte del paese reale. Ma conterà moltissimo anche la “faccia” con cui si ripresenteranno.

Il rinnovamento e il ricambio dovranno essere radicali, nel personale politico e nel linguaggio. Non basterà qualche innesto cosmetico, per dare l’idea di aria che gira. Qualche pezzo del governo Monti -uomini e donne, ma anche stile e logiche- andrà a fatalmente a “travasarsi” nel nuovo governo, che per dirla malamente, dovrà essere un po’ più “tecnico”. E che insieme al Parlamento dovrà fortemente femminilizzarsi e ringiovanire (si esita ancora troppo in questa direzione). Lì si vedrà il cambiamento vero. Per questo tanti, quasi tutti uomini, dovranno tornare a vita privata.

I leader dei partiti hanno un compito difficile: devono gestire una transizione il cui esito potrebbe anche essere una loro amara uscita di scena. Questo mi fa dubitare del fatto che il rinnovamento verrà intrapreso con la necessaria tempestività ed energia.

 

 

Donne e Uomini, economics, Politica Novembre 18, 2011

Corrado "Prometeo" Clini, ministro contro l'Ambiente

Se io fossi ministra per l’Ambiente nominata da un giorno, che cosa farei?

Be’, primo, aspetterei un attimo a fare dichiarazioni. Secondo, mi concentrerei su tre questioni: inquinamento dell’aria ed emissioni, energie rinnovabili -Rifkin l’altra sera a Milano ha detto che tra sole e vento, potremmo diventare il paradiso delle energie rinnovabili e “autoprodotte”, una Biosphere Valley-, consumo di territorio.

Invece il neoministro Corrado “Prometeo” Clini ha ritenuto di esprimere la sua non contrarietà al nucleare -correggendo poi in corsa: il referendum ha chiuso definitivamente la questione, e non si tocca-, agli Ogm, perfino alla caccia, nonché il suo entusiasmo per la Tav. E ha detto che il Ponte sullo Stretto, benché non prioritario, non sarebbe poi una cattiva idea.

Suggerisco anche l’allargamento del bacino dei fiumi, così non esondano più, e la spianata dell’Appennino ligure, che ha questo brutto vizio di smottare.

Che gli ambientalisti siano furibondi, Greenpeace e tutti gli altri, mi pare il minimo. Il ministro per l’Ambiente parla come se fosse il Ministro per le Infrastrutture: non è che ha capito male la mission del suo ministero? Le cui parole d’ordine dovrebbero essere salvaguardare, rispettare , valorizzare, e non costruire, manipolare e modificare.

Un brutto esordio, davvero, che rivela un eccesso narcisistico e prometeico. Poi uno può correggere quello che vuole, ma se l’uomo è questo, c’è ben poco da sperare. Quasi quasi rimpiango la moscia e ininfluente Prestigiacomo.