La mia amica Giusi Garigali da Barcellona mi racconta quello che sta capitando lì:

Il movimento ha preso forma e si è diffuso in rete. Si tratta del Movimento degli “indignati” che va sotto il nome di Democracia real ya, rivendica la propria autonomia da qualsiasi partito e formazione politica (si definisce apartitico, asindicalista, pacifico e aperto), anche se in questo momento (siamo sotto elezioni amministrative) nessun leader politico, di nessun partito, ha preso apertamente posizione contro le proteste della piazza. Anzi, persino esponenti del PP hanno riconosciuto che alcune delle ragioni espresse dai manifestanti sono comprensibili. Nessuno in questo momento vuole inimicarsi la piazza.

A partire dallo scontento e dall’esasperazione provocati dalla crisi economica che sta strangolando il Paese, la piattaforma Democracia real ya si è appellata a un approccio politico “dal basso”, contro il dualismo PSOE / PP (di fatto una delle prime rivendicazioni più elaborate espresse dalla Piattaforma è proprio una richiesta di revisione della Legge Elettorale, per poter uscire da questa logica dell’alternanza “inevitabile”).

Anche se si nota ancora molta, molta confusione (lo stesso Fabio Gándara, uno dei portavoce del movimento, ha riconosciuto che “no hay culpables claros de la situación política y social actual”) all’interno dello stesso movimento, ne appaiono evidenti però alcuni punti fermi: la critica sociale e l’aspirazione a un cambiamento politico ed economico.

Del movimento fanno parte disoccupati, i cosiddetti giovani (e meno giovani) “mileuristas”, casalinghe, immigrati, studenti e cittadini qualunque, tutti stanchi di come stanno andando le cose e della situazione di crisi economica che si sta vivendo qui in Spagna. Di fatto, gli slogan che meglio interpretano lo spirito del movimento sono: “No somos marionetas en manos de políticos y banqueros e “Democracia real ¡YA! No somos mercancía en manos de políticos y banqueros.

Già il giorno 15 M a Madrid si sono date appuntamento migliaia di persone davanti alla Puerta del Sol, secondo gli organizzatori oltre 25.000, e hanno deciso in assemblea di restare nell’emblematica piazza madrilena fino a domenica 22, giorno delle elezioni amministrative qui in Spagna e di convocare una manifestazione per il sabato 21, concomitante con la giornata di riflessione precedente il voto.

Da lunedì sera giorno 16 maggio anche a Barcellona, poco a poco, è cominciata la protesta che ha portato via via sempre più persone a manifestare e ad accamparsi nella centrale Plaça de Catalunya. “Acampada indefinida por la dignidad, contra los recortes y los abusos de los corruptos. Todos hacia allí hasta que nos escuchen”, questo il messaggio passato via sms, twitter, facebook e per passa parola che haraccolto e fatto crescere il numero di manifestanti.

Infatti, dalla trentina di persone accampate la prima notte, si è passati alle migliaia di giovedì, e l’assemblea generale si è già organizzata in commissioni (contenuti, attività, azioni, comunicazione etc…).

I manifestanti della plaça de Catalunya, sono dunque ormai varie notti che pernottano in piazza: ‘Acampadabcn’ (questo il nome della piattaforma organizzativa a Barcellona), parla di una cifra che arrivava alle 7.000 persone di ieri, giovedì. Ma già mercoledì erano davvero in tanti (ti confermerò, se ti interessa, se anche Beppe Grillo ha parlato mercoledì sera in piazza, così mi era stato detto lo stesso mercoledì sera. Infatti ieri sera – giovedì – attuava in un teatro di Bcn e mercoledì pomeriggio era già qua a Bcn, dovevo andare a fargli da interprete)

È apparso uno striscione sigificativo sulla facciata del Banco Español de Crédito della Plaça Catalunya: “La banca nos roba, la patronal nos explota, CCOO y UGT nos venden: ¡a la mierda!” (La banca ci ruba, la Confindustria ci sfrutta, i Sindacati ci vendono: vaffanculo)  e la gente comune ha cominciato a prendere liberamente la parola (anche alcuni protagonisti delle recenti sollevazioni in nord-Africa pare abbiano dispensato consigli e suggerimenti…)

Ieri sera la Junta Electoral Central dello stato spagnolo si è espressa negativamente sull’opportunità di far proseguire le proteste in concomitanza con la giornata di riflessione precedente al voto e la giornata di votazione di domenica, ma Rodriguez Zapatero ha gettato acqua sul fuoco. Ha infatti dichiarato “che il Ministero degli Interni attuerà bene, correttamente e con intelligenza”.